Velletri, un ritratto di Luca Leoni su Marcello Pellegrini, Principe romano e mecenate d’arte

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr +
10660596_857729080906377_25554220_n

Marcello Pellegrini in posa con le “Zitelle Velletrane”

Pubblichiamo una lettera a firma di Luca Leoni, con la quale il nostro amico, che da anni contribuisce al giornalismo culturale di Velletri, ha voluto tratteggiare un profilo di Marcello Pellegrini, da poco scomparso. Ai più forse questo nome non dirà nulla. Eppure Marcello Pellegrini è stato uno degli ultimi mecenati d’arte degni di questo titolo. Grazie anche alla sua importante posizione sociale, era infatti uno degli ultimi Principi romani e Gentiluomo di Sua Santità, ha potuto conoscere e soccorrere tante opere d’arte che stavano per essere perdute. Ma il ceto dal quale proveniva non lo gli ha mai impedito di essere anche un mecenate del popolo che non solo aiutava con piccoli e con grandi gesti ma al quale riusciva a stare vicino con la sua umanità e la sua, questa si, importante cultura.

Caro Marcello, sei un principe romano per nascita, hai frequentato i collegi esclusivi nei quali praticavi la scherma col discendente di Fabio Massimo ‘il Temporeggiatore’, hai imparato a lavorare sin da ragazzo. Scorreva sangue blu nelle tue vene, ma il sangue rosso di tua madre, una Picca di Velletri, ha prevalso. Ho capito tutto quando m’hai raccontato del tuo mecenatismo per il restauro della tomba di San Filippo Neri, in S. Maria in Vallicella: il tuo finanziamento dei lavori ti aveva garantito il privilegio di essere sepolto, un giorno, a pochi metri dalle spoglie di quel Santo così caro ai romani.

Ma tu, orgoglioso delle tue radici fino agli occhi lucidi di commozione, rinunciasti perché desideravi essere sepolto nella tua Velletri. E non perdevi occasione per esclamare ai quattro venti: “Ogni volta che, percorrendo la Via dei Laghi, intravedo la silhouette dell’abitato di Velletri, ringrazio Dio di avermi dato una madre e un padre velletrani!”. Già, Velletri ti fa battere il cuore. E il tuo nome è scolpito in molte chiese e monumenti, perché ti sei sempre reso disponibile a ricostruire, abbellire, restaurare, riportare al primitivo splendore i gioielli d’architettura e arte della tua amata città d’origine. Ricordo con affetto e commozione i nostri viaggi a Lione, le nostre cerimonie in cattedrale con ospiti illustri, a Trinità dei Monti, ma soprattutto ricordo quando mi dicesti di darti del tu. E la tua commozione quando ti donai quella medaglia celebrativa attingendo dai miei risparmi con la scritta ‘a Marcello Pellegrini nobile veliterno’.

Hai dato tanto, tantissimo. Soprattutto, hai dato tanto in silenzio. Gentiluomo di Sua Santità tutto d’un pezzo, hai fatto vedere a tutti come si è gentiluomo autentico, anche senza il frac delle cerimonie pontificie, anche quando davi disposizioni agli agricoltori che si prendevano cura della tua vigna o dei tuoi ulivi. Grazie, Marcello, per aver testimoniato la coerenza nelle scelte, da portare a compimento credendoci fino all’ultimo. Hai onorato la memoria dei tuoi compagni d’arme nel ‘Campo della Memoria’ di Nettuno con l’amore di un padre. E chissà quanti altri gioielli della tua anima grande avrai disseminato. Possano brillare per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto, amato e stimato. Arrivederci, amico di cui vado fiero: la terra della tua Velletri ti sia eterna culla.

Condividi.

Non è possibile commentare.