Una delle stanze vuote del reparto di Pediatria dell’ospedale di Velletri |
ATTUALITA’ – Chi curerà le sofferenze della sanità di Velletri e dei Castelli Romani? E’ una domanda che sorge in mente a molti, soprattutto quando si diffondono notizie di chiusure di strutture ospedaliere, di specifici reparti e le stesse vengono poi smentite parzialmente o totalmente.
E’ il caso della notizia con cui si era annunciata la chiusura del reparto di Pediatria dell’ospedale di Velletri, per mancanza di personale medico. Stamattina un parziale dietrofront. Il direttore di Presidio dott Angeletti ha dato ordine al Primario di Pediatria, Dott. Mastrantoni di riaprire il reparto. Si attendevano le dimissioni dei due bambini ricoverati e poi si sarebbero chiuse le porte del reparto invece stamattina si è disposto di accettare altri ricoveri. Una buona notizia anche se, ricordiamo, i posti letto sono dieci ma ora è possibile la gestione solo di quattro, proprio perchè sussiste comunque la mancanza di personale.
I medici sono solo cinque, compreso il Primario e nell’arco delle ventiquattro ore non è possibile fare un adeguato turn-over. Confermata purtroppo la chiusura del reparto di patologia neonatale. Era l’unico dei Castelli, specializzato nell’affrontare e curare le patologie dei nascituri e l’unico con 20 posti letto. Ora, “grazie” al decreto 80 del piano di rientro sanitario regionale, i posti sono stati ridotti a 10 e il reparto è stato trasferito a Genzano. Rimane sempre chiuso il nuovissimo reparto di urologia, inaugurato all’incirca un anno fa, per la mancanza di una scala di sicurezza esterna. Insomma la situazione all’ospedale di Velletri è tale che ascoltando gli addetti ai lavori, sembra di calarsi su uno scenario di guerra dove ogni ora viene diffuso un nuovo bollettino. Sembrerebbero troppe le difficoltà che si affrontano quotidianamente e le più pesanti iniziano ovviamente partono dal Pronto Soccorso.
Il taglio dei posti letto, non solo nell’ospedale di Velletri ma anche nei nosocomi delle altre città castellane, ha ingolfato il reparto. I malati sono costretti ad attendere anche per tre o quattro giorni per un ricovero. I medici e il personale paramedico è costretto a diffondere la richiesta di un posto letto in tutta la regione, con un dispendio di tempo e di risorse lavorative preoccupanti. Nei fatti l’ospedale di Velletri è mutato in Dea di I° livello (dove si svolgono interventi diagnostico-terapeutici finalizzati alla stabilizzazione e cura dei pazienti anche con ricovero in loco, ndr) a presidio, proprio perchè la mancanza di posti letto non consente la piena applicazione dei protocolli medici di un Dea di I° livello. Dicevamo delle condizioni di lavoro. L’ulteriore riduzione dei posti letto è scaturita anche da un controllo dei Vigili del Fuoco che hanno riscontrato carenze strutturali gravi. Sei mesi fa, circa, alcuni operatori del Pronto Soccorso segnalarono ai dirigenti della Asl la situazione.
Questo fece scattare i controlli e la Magistratura è intervenuta. Così i posti letto nelle stanze si sono ridotti da quattro a tre per problemi di sicurezza. I posti letto, attualmente sono 90. Erano 180 in passato, poi il Decreto 80 li ha ridotti a 130 e ora sono scesi a 90 per i motivi descritti. A questo si è aggiunta la paventata chiusura del San Raffaele e per l’ospedale sono cresciuti i problemi. L’hospice per le cure palliative era il normale percorso per i pazienti gravi dell’ospedale, alcuni posti letto di Medicina presso il San Raffaele erano “riservati” per l’ospedale, per non parlare della riabilitazione cardiologica di altissimo livello di cui usufruiva anche l’ospedale Gemelli di Roma. Si costruirà l’ospedale dei Castelli, chissà fra quanto tempo, nel frattempo tutte queste emergenze come verranno tamponate?