ATTUALITA’ – Nessuna buona notizia per il San Raffaele ed i suoi lavoratori è, purtroppo, arrivata dall’incontro in Regione di ieri sera (25 ottobre ndr). Nessuna che possa venir letta come una decisione definitiva in senso positivo o negativo, solo una lenta agonia che tiene in piedi le speranze, anche se molto affievolite, dei lavoratori e che sta per depauperare il territorio di una struttura sanitaria fondamentale.
All’incontro di ieri sera in Regione, in un primo momento, dovevano essere presenti solo i vertici della Regione, i sindacati confederali e la Asl Roma H. Alle 22 sono stati convocati anche i massimi vertici del Gruppo, Antonio Angelucci, il figlio Giampaolo e l’amministratore, Carlo Trivelli.
La riunione si è protratta fino alle 3 di notte e ha prodotto questo risultato: la Regione ha chiesto al Gruppo San Raffaele una proroga di 30 giorni per i 30 pazienti della Rsa che ancora sono ricoverati. In pratica il San Raffaele sarebbe dovuto rimanere aperto ancora 30 giorni per i soli 30 pazienti che avrebbero impegnato i 257 lavoratori.
Il Gruppo ha rifiutato la proroga, d’accordo con i sindacati e i lavoratori. Come controparte ha chiesto una sospensiva della chiusura del San Raffaele di Velletri fino a quando Montecompatri non svolgerà le attività a pieno regime o, come estrema ratio, l’apertura definitiva dei due reparti, quello della Rsa e dell’hospice, per la quale la Regione aveva a suo tempo dato mandato alla Asl. Questa, però, non ha dato seguito al mandato, ovvero sia la direttiva per la riapertura, dalla Asl, non è mai giunta.
La Regione ha convocato di nuovo le parti per oggi alle 12 ma nel frattempo il Gruppo San Raffaele ha deciso di rivolgersi al Prefetto di Roma per chiedere che la Asl si faccia carico dei 30 pazienti ricoverati.
Se le lettere di licenziamento continueranno ad essere consegnate, il 28 la struttura rimarrà senza personale e dovrà necessariamente chiudere. “Siamo stanchi e molto amareggiati – ha commentato Carlo Maola, portavoce del Comitato dei lavoratori – dopo una notte passata sotto la sede della Regione nulla di buono è accaduto. Ma l’amarezza è doppia. Mentre al Sindaco Servadio non possiamo rimproverare nulla, si è distinto per coerenza e presenza, il resto della politica cittadina ci ha lasciati da soli. Abbiamo dovuto lottare senza nessuno al fianco, non siamo mai stati rappresentati dalla politica di Velletri che evidentemente non capisce quanto grave sia la chiusura del San Raffaele per il territorio, visto anche che l’ospedale si sta sempre più impoverendo di reparti e personale”.