CRONACA – Nella notte, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 8 persone, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione, rapina e lesioni gravissime, commessi ai danni di un imprenditore romano di 36 anni, titolare di una società operante nel settore della progettazione, realizzazione e gestione di impianti fotovoltaici.
L’indagine è scaturita dalla denuncia contro ignoti per sequestro di persona a scopo di estorsione, presentata dall’imprenditore il 20 luglio 2013 presso il Nucleo Investigativo di via in Selci; appena dimesso dall’ospedale dove era stato ricoverato per lesioni varie, l’uomo ha denunciato ai Carabinieri che la sera del 17 luglio 2013, mentre si trovava in un bar di Viale Città d’Europa dove aveva un appuntamento con un amico, era stato prelevato da persone a lui sconosciute, che lo avevano caricato a bordo di un’autovettura e condotto in un appartamento poco distante, dove lo avevano trattenuto per ore, malmenandolo e seviziandolo con un coltello, procurandogli ferite da taglio sul cuoio capelluto al fine di indurlo a consegnare 200 mila euro. Dopo alcune ore, i sequestratori lo hanno rapinato anche dell’orologio Rolex e di 900 euro in contanti, e lo hanno rilasciato abbandonandolo in strada, in zona Trullo. L’uomo era stato portato al pronto soccorso e ricoverato in ospedale, dove era rimasto per 30 giorni a seguito delle fratture e ferite patite.
Le successive indagini dei Carabinieri di via in Selci hanno consentito di identificare gli autori dell’efferata azione criminosa e di ricostruire, nonostante la reticenza della vittima che ha più volte negato di conoscere i suoi aggressori, le circostanze che avevano generato il violento episodio. In particolare, i Carabinieri hanno ricostruito che il sequestro e la spedizione punitiva era stata organizzata al fine di attuare un recupero crediti per conto terzi, inducendo in tal modo, con violenza e minacce, l’uomo a restituire dei soldi pretesi.
I mandanti sono stati identificati in due fratelli, A.G. di 30 anni e S.G. di 37 anni entrambi con precedenti di polizia, i quali avevano precedentemente prestato 100 mila euro alla vittima, applicando interessi usurari che avevano fatto lievitare esponenzialmente il debito. Prima del sequestro, era stato sottoposto in più circostanze a minacce e percosse ad opera di altri tre uomini. L’uomo aveva già pagato, in 6 mesi, 343 mila euro in restituzione del prestito e della quota interessi, ma ciò non era ritenuto sufficiente dai due usurai che pretendevano il pagamento di ulteriori 86 mila euro
Un’altra mandante del pestaggio è stata identificata nella 31enne romana T.P., la quale in passato aveva acquistato dalla vittima una licenza per la produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici, pagandola 80 mila euro che ora pretendeva di ottenere indietro con gli interessi fino ad arrivare alla cifra di 150mila euro, essendo venuto meno il suo progetto di impresa nel settore energetico. Teatro del sequestro, proprio l’abitazione della donna, sita in un lussuoso condominio del Torrino, dove la vittima era stata condotta e seviziata dai suoi sequestratori, quattro pregiudicati, assoldati e usati come “picchiatori” dai tre mandanti.
Con la misura cautelare eseguita nel corso della notte, il GIP ha riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico delle 8 persone coinvolte nella vicenda, tutti italiani, non riconoscendo la sussistenza del reato di sequestro di persona, ma contestando i reati di estorsione aggravata, lesioni personali, rapina e usura e disponendo il carcere per 6 persone e gli arresti domiciliari per due. Gli arrestati sono stati condotti al carcere di Regina Coeli.