I lavoratori del San Raffaele che si sono incatenati al cancello |
SANITA’- Dalle 5.30 di questa mattina è iniziata una dura protesta dei lavoratori del San Raffaele. Il primo ad incatenarsi al cancello d’entrata è stato l’ingegnere Bruno Ruscio, responsabile della manutenzione della struttura, seguito poi da alcuni rappresentanti del “Movimento per la Democrazia Sindacale e il Lavoro”, che si sono incatenati con lui.
Il Movimento è nato perchè gli stessi lavoratori non si sentono né tutelati né rappresentati dalle maggiori sigle sindacali. Come ci spiegava il loro portavoce, Carlo Maola: “Nessun rappresentante delle maggiori sigle sindacali è qui a darci ascolto e sostegno” I lavoratori che protestano e che si sono incatenati al cancello e impediscono l’accesso alla clinica, chiedono a gran voce che le autorità competenti, il Presidente Polverini e i dirigenti della Asl Roma H ascoltino le loro ragioni e sono pronti ad iniziare uno sciopero della fame se la società Tosinvest darà corso alla decisione del Consiglio di Stato che ha revocato l’autorizzazione ai ricoveri.
Come spiegava l’ingegner Ruscio: “Chi dichiara che la struttura non è idonea venga qui a leggere i documenti sui quali c’è scritto che abbiamo l’autorizzazione di agibilità, dell’assessorato all’Urbanistica regionale e le autorizzazioni dei Vigili del Fuoco per proseguire l’attività medico-riabilitativa, perchè tutti i reparti sono dotati di materiale antincendio“.
La chiusura del San Raffaele di Velletri doveva in parte compensarsi con l’apertura di Montecompatri, che deve assorbire l’unità psichiatrica di Villa dei Fiori di Roma e parte del San Raffaele Nomentana. Ma la Usl non ha ancora concesso tutti i permessi necessari alla completo funzionamento del S.R. Montecompatri, così il San Raffaele Velletri si trova costretto a chiudere, secondo il Consiglio di Stato, mentre Montecompatri non può assorbire i lavoratori di Velletri. I trasferimenti sono pronti, i lavoratori possono trovare occupazione presso la sede della Pisana o a quella di Cassino, ma chi guadagna meno di mille euro, come può affrontare le spese di viaggio? Nel frattempo, la struttura di via dei Laghi ha in ricovero gli ultimi 150 pazienti, il blocco dei ricoveri non permette di curarne altri e come lamentava proprio l’ingegner Ruscio: “Qui si fa riabilitazione motoria e cardiaca di alto livello, chi arriva qui, dopo un’operazione al cuore, può permettersi ancora di correre e tutto questo vogliono farlo finire“.