CRONACA – Alessandro De Pasquale, segretario generale della Si.P.Pe (ovvero il Sindacato Polizia Penitenziaria) ha presentato una diffida al direttore pro tempore della Casa Circondariale di Velletri per esortarlo ad attivare tutte le misure idonee per il ripristino delle condizioni di salubrità e sicurezza di tutti i luoghi di lavoro.
Il carcere di Velletri negli ultimi tempi si è trasformato in una vera e propria polveriera, sfuggendo al controllo dell’amministrazione penitenziaria che non sembra più in grado di gestire le ordinarie attività perché costretta a far continuamente fronte a eventi critici di varia gravità. Il personale di polizia penitenziaria sarebbe anche preda di effetti negativi delle direttive interne, spesso contraddittorie e non conformi ai principi di buon andamento della PA.
Sicuramente è presente un problema di carenza del personale, ma le difficoltà sarebbero causate da una non equa gestione delle poche risorse umane a disposizione. Nel carcere cittadino ad esempio sarebbero presenti persone che non hanno mai fatto ingresso all’interno dei reparti detentivi e ciò potrebbe essere motivo di malcontento tra quei lavoratori che vivono il carcere in prima persona. Il personale maschile e femminile deve essere impiegato infatti secondo il principio di eguaglianza di posizione, attitudine e dignità professionali. L’applicazione di tale principio previsto dall’articolo 9 dell’Accordo Nazionale Quadro, deve essere salvaguardata con riferimento ai diversi ruoli e qualifiche nel conferimento di incarichi e funzioni previsti dalle disposizioni di legge e regolamenti. È necessario dunque mettere in atto tutte quelle iniziative che agevolano uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale del lavoratore.
La carenza di personale e la sua non equa gestione, oltre ad avere effetti negativi sul buon andamento dell’attività amministrativa, non garantirebbe i diritti minimi, favorendo un’esposizione al rischio da stress lavoro correlato. In merito a ciò il Direttore del Carcere di Velletri ha l’obbligo di effettuare una valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e a sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e protezione. Sul datore di lavoro gravano infatti il generale obbligo di “neminem ledere” e quello di protezione dell’integrità psico-fisica del lavoratore. La direzione del carcere dovrebbe quindi preoccuparsi anche di quest’ultima, non solo però come interesse tutelato da leggi ordinarie e speciali, ma addirittura da nome di rango costituzionale.
Il Si.P.Pe denuncia da tempo il pericolo a cui è esposto il personale di polizia penitenziaria di Velletri, vittima di un coordinamento non stabile dei piani per la sicurezza, che potrebbe essere una delle cause dei continui eventi critici. Da un punto di vista di igiene e sicurezza sul lavoro, tutti i posti di servizio, tra cui quelli all’interno dei reparti detentivi, non sembrano essere salubri e sicuri. A tutela di tutto ciò è chiamato il Direttore del Carcere nella sua qualità di datore di lavoro e titolare dei poteri decisionali e di spesa, che ha l’obbligo di rendere effettivo il principio cardine dell’intero sistema preventivo italiano. Il direttore dovrà procedere entro 90 giorni la turn-over di tutto il personale impiegato a “ carica fissa”, restituendolo al servizio interno ai reparti detentivi, in modo da rendere effettivo il principio di imparzialità.
Concetta Maria Suriana