Latina, 12enne prelevato a scuola e portato in una casa famiglia. Denunciate le modalità

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CRONACA – Martedì mattina (10 marzo) agenti dell’Ufficio Minori della Divisione Anticrimine della Questura di Latina hanno dovuto prelevare, presso la scuola di Borgo Faiti, un bambino di 12 anni per trasferirlo presso una casa famiglia. Il provvedimento, che è stato portato a termine assieme a due psicoterapeute, al curatore speciale e al tutore, nominati dal Tribunale dei Minori, è scaturito dopo un provvedimento di sospensione della podestà genitoriale.

La separazione dei genitori, particolarmente difficile ha fatto scattare questo complicato e tristissimo provvedimento che a quanto dichiara la Questura, a differenza di altri provvedimenti simili presi in Italia, è stato portato a termine senza il minimo utilizzo della forza.

Ma l’Associazione Valore Donna di Latina denuncia tutt’altro. Con un comunicato ha descritto i fatti come sarebbero realmente accaduti, al quale segue una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio per denunciare l’accaduto. Riceviamo e pubblichiamo:

“La polizia di Latina si è presentata alla scuola di Borgo Faiti, l’ha circondata, ne ha controllato le uscite con gli agenti ed ha cercato un bambino che alle 10:00 si trovava al suo posto, in classe con i suoi compagni. La scuola è rimasta bloccata per ore, perché il bambino non voleva andare nella casa famiglia dove un decreto del Tribunale dei Minori di Roma aveva stabilito che andasse. Con due operatrici psicoterapeute il bimbo si è convinto e, solo nel pomeriggio, le ha seguite nella struttura. Fino a quel momento la scuola è rimasta praticamente paralizzata e le attività previste nel pomeriggio sono saltate.

 “Lo hanno portato via come fosse un criminale. È solo un bambino, non c’era bisogno di tanto clamore, né di questo metodo così brusco che è stato il prelevarlo dalla scuola in cui è cresciuto e dove tutti lo conoscono. Quei momenti gli resteranno sicuramente impressi nella mente a lungo”. È questo il commento di Ferdinando Tripodi, vice presidente di “Valore Donna” di Latina, associazione contro la violenza sulle donne e sui minori.

 Il vice presidente di Valore Donna condanna fortemente il metodo usato dalle forze dell’ordine ed ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, spiegando come si sono svolti i fatti, ma soprattutto chiedendo di cercare il responsabile di una decisione così estrema nei confronti di quello che è soltanto un bambino. “Una scuola messa sotto assedio, un bambino strappato all’improvviso dal banco e dalla sua vita, e convinto, solo dopo ore, a seguire gli assistenti sociali. Due auto che lo portano via a gran velocità. Nessuno ha potuto salutarlo, neanche i familiari. Gli amichetti di scuola in lacrime, scioccati. La gente del borgo a bocca aperta davanti al cancello della scuola. Scene drammatiche di cui cerchiamo un responsabile. Qualcuno avrà pur deciso che tutto questo andava fatto, in queste modalità disumane”. Anche il presidente onorario della stessa associazione del capoluogo pontino, l’avvocato Domenico Musicco, è solidale con la famiglia del bambino.

 L’associazione Valore Donna è pronta a chiedere l’intervento del Governo e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, perché ritiene che la battaglia da condurre non sia contro i minori e contro le loro famiglie, come sembra invece in casi come questo, ma contro chi permette che la vita di un bambino possa essere stravolta da un momento all’altro soltanto per dare attuazione immediata alle carte di un Tribunale, quando avrebbero potuto essersi metodi molto meno invasivi e traumatizzanti per il minore e per la sua famiglia rispetto a quello invece utilizzato. La scuola deve restare un ambiente protetto da queste situazioni, deve rimanere un luogo inviolabile perché è lì che si costruisce il futuro, è anche lì che le persone trarranno esempio di vita e di comportamento. È lì che purtroppo, ancora oggi e troppo spesso, accadono fatti simili a quello di Latina.

Il testo della lettera

Ill.mo Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella

Piazza del quirinale 1, ROMA

Davvero non esiste più ragione in questo schifo di Italia. Un bambino di appena 12 anni trattato come se fosse uno spacciatore, un latitante da acciuffare, un pericoloso criminale… Ma in che Italia stiamo vivendo, Presidente Sergio Mattarella?

Le racconto in breve la storia:” – Martedì 10 Marzo 2015, ore 10:00 circa, presso la scuola media di Borgo Faiti quando, su disposizione del giudice del Tribunale dei Minori di Roma, personale dell’Ufficio Minori della Divisione Anticrimine della Questura di Latina, due operatrici psicoterapeute, il curatore speciale e il tutore nominati dal Tribunale dei minori si sono recati presso il plesso scolastico per eseguire un provvedimento giudiziale di sospensione della potestà genitoriale ed affidamento ad una casa famiglia nei confronti del bambino. Si precipitano nella classe di un bambino di appena 12 anni che chiamerò Francesco (nome di fantasia) e gli comunicano che deve andare con loro, deve essere portato via, in silenzio, senza che la famiglia fosse avvertita. La madre non deve sapere. I nonni e tutti coloro che lo amano, lo proteggono, lo curano ogni giorno, non devono sapere. Sapranno dopo, forse…

 Il bambino ovviamente si spaventa a morte. Lacrime, urla, cuore che batte a mille, una sola parola dalla sua bocca: MAMMA! Il bambino si precipita all’esterno della classe e telefona alla mamma: CORRI, MI VOGLIONO PORTARE VIA! Intanto nell’attesa infinita dell’arrivo della mamma, il bambino è disperato.. tenta di scappare ma non può perché è circondato. La scuola è circondata. 15 forse 20 uomini. Tra Squadra Mobile, Psicologi, Tutori.. è “braccato” come un latitante qualsiasi…

 All’arrivo della mamma, dei nonni, dei parenti e amici increduli, e disperati, tutti gli ingressi sono vigilati da uomini di Polizia che non permettono di entrare, l’edificio è stato isolato perché il bambino si rifiutava di lasciare la scuola e trasferirsi nella casa famiglia., scene da film poliziesco , dove un ladro qualsiasi deve essere vigilato affinchè qualcuno non lo aiuti a scappare. Nel frattempo fuori della scuola arrivano le ambulanze, perchè la mamma del piccolo ed il nonno affetto da una grave patologia hanno più volte della giornata avuto bisogno delle cure dei sanitari.

 Il tutto si è concluso nel tardo pomeriggio. Il bambino è stato portato via di corsa, su una macchina uscita a gran velocità dalla scuola, scortata da una vettura della polizia. Ancora urla, grida, svenimenti, dolore, lacrime. Un dramma che segnerà per sempre quella famiglia e sopratutto quel piccolo bambino, un figlio, un fratello, un nipote di tutti noi”.  Presidente Segio Mattarella, premesso che non voglio discutere sul perchè è stato emesso questo provvedimento, questi sono fatti che chiarirà il Tribunale dei Minori agli Avvocati della famiglia. Quello che mi ha lasciato basito, ferito, è la modalità che è stata decisa.

Chi ha deciso che un bambino di appena 12 anni doveva essere portato in casa famiglia con modalità da “rapimento”? Chi ha deciso che il bambino doveva essere tenuto per diverse ore “sequestrato” dentro un plesso scolastico e tenuto lontano dalla famiglia, da quella madre, da quei nonni che da 12 anni lo trattano come un principe, non facendogli mancare nulla? Chi ha deciso tutto ciò, Presidente? Poteva tutto ciò essere evitato, e se si, chi dovrà rispondere di questa azione?

Mi auguro che almeno Lei darà qualche risposta non solo a me che come Italiano mi sento ancora una volta non tutelato ma ferito da chi DOVREBBE invece TUTELARE e PROTEGGERE i Cittadini, sopratutto i più deboli, ma anche a tutti quei cittadini che oggi come me si chiedono: ma la Giustizia e soprattutto i DIRITTI, hanno ancora un senso in questo Paese Presidente?

 Grazie per la Sua attenzione.

Ferdinando Tripodi

(cittadino italiano)

 

 

 

 

 

 

 

 

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