POLITICA – Oltre un milione di metri cubi di cemento, per più di 12mila nuovi abitanti, in un tratto di agro romano che, oltre a rappresentare un patrimonio paesaggistico notevole, è anche fondamentale dal punto di vista storico-archeologico. Si tratta della zona di via del Divino Amore e Mugilla, area del Comune di Marino su cui da anni pende una vera e propria “spada di Damocle”, fatta di progetti urbanistici sregolati e assolutamente irrispettosi del territorio. Il risultato sarebbe una sorta di “nuova città”, con centri commerciali e unità abitative, che renderebbe davvero difficile la vivibilità della zona di Santa Maria delle Mole. Giàda tempo, infatti, sulla frazione marinese pesa una massiccia espansione edilizia portata avanti senza alcun miglioramento delle infrastrutture preesistenti. Dal punto di vista politico, la cementificazione nell’area Divino Amore è sempre stata oggetto di accese discussioni e botta e risposta. I progetti contestati affondano le radici nei primi anni 2000, alle amministrazioni di centrodestra Desideri e Palozzi, godendo poi dell’appoggio delle Giunte regionali Polverini e Zingaretti.
Ricorsi al Tar, denunce, proteste, sensibilizzazioni: le battaglie portate avanti da comitati, associazioni e da alcune parti della politica marinese non hanno conosciuto soluzione di continuità. L’imminente tornata elettorale del dopo-Silvagni, ora, sta nuovamente suscitando prese di posizione e dichiarazioni delle varie parti in gioco. Nei giorni scorsi, si è assistito a un nuovo “scontro a distanza” tra l’ex sindaco Palozzi e Argine Divino Amore, comitato di cittadini sorto con l’intento di fermare la speculazione edilizia in quelle zone. L’allora primo cittadino, infatti, ha precisato chele espansioni urbanistiche dall’«impatto sociale e ambientale devastante» sarebbero state opera del centrosinistra. Alla sua amministrazione, Palozzi ha attribuito il merito di aver «ridimensionato le cubature di quel piano regolatore di oltre il 60 percento riguardo all’impatto sul territorio», ottenendo approvazioni da parte della Regione e delle autorità competenti.
Dura la replica del comitato Ada, che al contrario ha sempre ritenuto la giunta di centrodestra responsabile dello sviluppo del piano. «Dal 2011 a oggi – si legge nel comunicato di Argine Divino Amore – abbiamo presentato tre ricorsi al Tar più due depositi aggiuntivi, marcando giorno dopo giorno le scelte sciagurate e illegali dell’allora sindaco Palozzi, di tutto il centrodestra e della Regione Lazio, prima a guida Polverini e poi a guida Zingaretti, vergognosamente silente su questa speculazione. Anche questa volta i cittadini – hanno proseguito dal comitato – hanno raccolto i fondi per depositare un nuovo ricorso. Grazie anche alla partecipazione sia delle associazioni ambientaliste Italia nostra e Legambiente, sia di Movimento per il cambiamento, Sinistra Ecologia e Libertà Marino, Unione di centrosinistra e Movimento 5 stelle, ovviamente escluso il Pd, da sempre complice con questa operazione, il deposito degli atti è avvenuto nei tempi previsti dalle norme».
Alle dichiarazioni di Palozzi hanno fatto seguito anche quelle di Giulio Santarelli, parlamentare di estrazione socialista, presidente della Regione Lazio dal 1977 al 1983, nonché due volte sindaco di Marino. Il politico ha sottolineato come i progetti edilizi siano stati contestati anche dalla Città metropolitana di Roma, che detiene le competenze urbanistiche. «La verità che Palozzi non dice – ha dichiarato – è che si è contornato di persone totalmente digiune dell’ordinamento giuridico e del Testo unico degli Enti locali. Non sarà più possibile – ha detto ancora Santarelli – dichiarare una presunta verità basandola sulle proprie convinzioni, anziché sulla conformità alle leggi, specie quando questa mancata legittimità è segnalata anche da un’Istituzione come la Città metropolitana. Nella dichiarazione di Palozzi – si legge ancora nella nota – c’è la colossale bugia che egli ripete da anni e che attribuisce il Piano regolatore al centrosinistra. La verità è un’altra. Il Prg è stato adottato dalla giunta Desideri, con PalozziCapogruppo, e approvato dalla Giunta regionale, nonostante la sentenza con la quale il Tar lo aveva annullato. Il Centro Sinistra (con il sindaco Onorati) – ha detto ancora Santarelli -ebbe il torto di non revocare il Piano, come aveva promesso. Ma continuare a dire che è stato approvato dal centrosinistra è una colossale falsificazione della realtà».
Lorenzo Mattia Nespoli