Ciampino, appello per istituire un Parco culturale nell’area del Muro dei Francesi

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POLITICA – Rientra nel vivo, a Ciampino, la questione del Parco culturale pubblico nell’area del Muro dei Francesi. La preservazione della zona, messa a rischio negli scorsi mesi da massicci progetti edificativi, sembra essere ora garantita dall’ampliamento del vincolo paesaggistico da parte della Soprintendenza delle Belle Arti. A ottobre 2015, infatti, tutta la tenuta è stata dichiarata inedificabile e «di interesse culturale particolarmente importante».

Sul tema è spesso intervenuto il movimento cittadino Ciampino Bene comune, che ha sostenuto da tempo l’ipotesi di rendere il Muro dei Francesi e le sue ricchezze storico-archeologiche patrimonio di tutti, con l’istituzione di un’area apposita. È infatti di pochi giorni fa l’appello lanciato insieme al Forum Salviamo il paesaggio Roma e Lazio, lanciato alle realtà politiche, istituzionali e associative del Comune aeroportuale.

Nonostante il traguardo raggiunto con l’inedificabilità della zona, tuttavia, Ciampino Bene comune ha fatto sapere che è necessario andare avanti. «Non basta questo per tutelare pienamente i beni – si legge in un comunicato del movimento -, lasciati da decenni in completo abbandono e degrado. È indispensabile ora un’azione popolare, che per essere tale deve vedere attiva tutta la città, i suoi movimenti, le sue forze associative e politiche».

L’obiettivo è appunto rendere piena fruibilità alle testimonianze del luogo, tra cui i Casali, un Portale seicentesco e la Chiesuola. «Come è noto – ha proseguito Ciampino Bene comune nella nota – per colpevole incuria è crollato nell’aprile 2011 il Portale seicentesco, nel luglio 2014 il tetto della Chiesuola, e oggi gli stessi Casali presentano gravissime lesioni alle murature e squarci nelle coperture. Un’area di circa 3,4 ettari rischia così di perdere proprio quegli elementi che la caratterizzano da secoli».

Da qui, dunque, la richiesta, basata sull’articolo 42 della Costituzione italiana, di inscrivere i beni storici al patrimonio culturale ciampinese. L’articolo citato, infatti, prevede che strutture private, ma di comprovato interesse storico, possano essere rese pubbliche qualora i proprietari ne avessero violato la funzione sociale. «Un percorso – ha concluso Ciampino Bene comune – per il quale ha già garantito il patrocinio il professor Paolo Maddalena, Vicepresidente emerito della Corte costituzionale». Dopo gli incontri con il Primo cittadino, sarà la volta della sensibilizzazione pubblica sul tema.

Lorenzo Mattia Nespoli 

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