CRONACA – Ha avuto luogo all’alba di oggi l’operazione dei Carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Castel Gandolfo, che ha condotto agli arresti domiciliari due ex assessori del Comune di Marino, Mauro Catenacci e Marco Ottaviani, insieme al commercialista Marco Baldi. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Velletri Muscolo, nell’ambito di un’indagine diretta dal Procuratore veliterno Prete e dal suo Sostituto Morra.
Nove mesi di investigazioni, ora, hanno portato a questi ultimi, importanti sviluppi sul territorio marinese. A poco più di un anno dall’arresto dell’ex Sindaco Silvagni, accusato di corruzione e peculato, sembrano dunque venire alla luce nuovi episodi di malaffare tra chi ha ricoperto cariche politiche nel Comune della Sagra dell’uva, nelle ultime giunte di centrodestra. Ottaviani e Catenacci, infatti, sono stati assessori di entrambi i mandati di Adriano Palozzi, con le deleghe a bilancio e patrimonio, commercio, pianificazione urbanistica e Polizia locale. Catenacci, poi, è stato anche Assessore all’ambiente della giunta Silvagni. Entrambi, oggi, sostengono la candidatura di Cecchi alle prossime elezioni del 5 giugno, e sembrerebbero essere molto influenti e attivi sul piano politico.
L’accusa mossa nei loro confronti, ora, è induzione indebita a dare o promettere utilità. “Mercurio” è il nome affibbiato all’operazione, in riferimento all’antica divinità del commercio. Proprio il settore commerciale, infatti, sembra essere l’ambito di azione entro cui si sarebbero svolti i fatti illeciti. Intercettazioni telefoniche, perquisizioni, sequestri di documenti e controlli bancari hanno permesso di scoprire collegamenti tra gli ex rappresentanti comunali e la nota catena di supermercati Lidl. Quest’ultima, intenzionata ad aprire un punto vendita proprio a Marino, avrebbe ricevuto forti pressione per pagare somme di denaro e richieste insistenti in cambio della concessione rapida delle autorizzazioni.
Non solo. Uno dei due ex assessori, secondo le ricostruzioni, avrebbe anche preteso che Lidl assumesse persone da lui segnalate, mascherando una tangente tramite il commercialista Baldi. Quest’ultimo avrebbe, in maniera compiacente, emesso una fattura di 110mila euro per operazioni e lavori falsi, mai compiuti, da parte della cooperativa Eureka, relativi alla trasformazione di un magazzino in via Cave di Peperino in supermercato Lidl. 80mila dei 110, dunque, rappresenterebbero la vera e proprie tangente per le prestazioni richieste.
Del supermercato marinese, però, a distanza di circa sei anni, non c’è alcuna traccia. Secondo le indagini dei Carabinieri, infatti, la Lidl Italia Srl non avrebbe offerto garanzie effettive in merito alle assunzioni segnalate dagli ex assessori di centrodestra, sebbene avesse già incassato il pagamento della mazzetta. Nessun funzionario della catena di grande distribuzione, tuttavia, è ora indagato, dato che i fatti contestati si sarebbero svolti nel 2010, prima dell’entrata in vigore della Legge Severino.
Il Comune di Marino, così, sembra essere destinato a tornare al centro delle cronache giudiziarie. Il caso, infatti, richiama da vicino lo scandalo che ha investito l’ex Sindaco Silvagni, con la stretta correlazione tra politica, imprenditoria e assunzioni di favore (in quel caso, per l’apertura di un punto vendita Burger King). Una vicenda giudiziaria, questa legata al supermercato Lidl, per cui le indagini sono ancora in corso d’opera. Le investigazioni delle Forze dell’ordine, infatti, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, sembrano aver scoperto il coinvolgimento di altre persone nei fatti. Lo stesso ex Primo cittadino Palozzi avrebbe mostrato interesse nel nuovo punto vendita, secondo quanto ascoltato dai Carabinieri, sebbene per ora gli indagati siano solo i tre arrestati di questa mattina.
Lorenzo Mattia Nespoli