ATTUALITA’ – “Non lasciatevi rinchiudere nel passato, anzi trasformatelo in cammino di crescita, di fede e di carità. Date a Dio la possibilità di farvi ‘brillare’ attraverso anche questa esperienza”. E’ una delle frasi che Papa Francesco ha riservato in una lettera ai detenuti del carcere di Velletri. Gli stessi che lo avevano sollecitato ed invocato durante una messa celebrata proprio nella casa circondariale, dal vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro che si è fatto tramite per loro presso il Pontefice.
Il Papa ha voluto rispondere a questa richiesta di colloquio, anche se epistolare, fatta dai detenuti e con frasi piene di speranza ha concesso loro il suo tempo e la sua misericordia: “Vi ringrazio per aver pensato a me in mezzo alla difficoltà delle vostre situazioni di vita attuale. Vi confido che anch’io tante volte penso a voi e a persone che voi che vivono in carcere. Per questo motivo nelle mie visite pastorali domando sempre, quando ciò è possibile, di poter incontrare fratelli e sorelle come voi che vivono una libertà limitata, per portargli l’affetto e la vicinanza. Vivete un’esperienza nella quale il tempo sembra si sia fermato, sembra non finisca mai. Ma la vera misura del tempo non è quella dell’orologio. Siate certi sempre che Dio ci ama personalmente per Lui non ha importanza la vostra età o la vostra cultura, non ha importanza nemmeno che cosa siete stati, le cose che avete fatto, i traguardi che avete ottenuto, gli errori che avete commesso, le persone che abbiamo ferito. Nella storia della Chiesa tanti santi sono arrivati alla santità attraverso delle esperienze dure e difficili ma aprite la porta del vostro cuore a Cristo e sarà Cristo a capovolgere la vostra situazione”.
Felice del messaggio papale Alessandro De Pasquale, Segretario Nazionale dell’UGL Polizia Penitenziaria. “Abbiamo più volte denunciato che l’eccessivo numero dei detenuti e la carenza del personale rendono sempre più difficile il percorso riabilitativo della pena”. “Auspichiamo – afferma De Pasquale – che l’amministrazione Penitenziaria si dimostri sensibile alle parole del santo Padre, mettendo in campo azioni concrete e più definitive, incrementando di almeno 50 unità l’organico della polizia penitenziaria e anche quello dell’area pedagogica. I detenuti – conclude il sindacalista – devono scontare la loro pena con dignità e ciò può avvenire con adeguate risorse sia strutturali, sia umane”.