Scout Speed, da Pomezia il controllo dei veicoli a 360 gradi

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scoutspeedautovelox

ATTUALITA’ – La fine di agosto è vicina e le ferie, per molte persone, stanno terminando. Anche nelle nostre zone, sono giornate di rientri, con città e strade che vanno lentamente a ripopolarsi. Ed è proprio sulle strade che gli automobilisti potrebbero incorrere in spiacevoli – e costosi – incontri.

A Pomezia viene infatti prodotto lo Scout Speed, un sistema piuttosto innovativo per il controllo della velocità dei veicoli e del traffico. La Sintel Italia, azienda con sede nel Comune alle porte di Roma, lo ha messo a punto e realizzato: ad oggi, è in uso già in diverse località della Penisola, specialmente al nord.

La peculiarità dell’apparecchio è quella di consentire alle forze dell’ordine il controllo in tempo reale dei veicoli a 360 gradi, anche in movimento, intorno alla pattuglia che monta il dispositivo. Non più, dunque, fotografie istantanee delle postazioni autovelox fisse o calcoli della velocità media tra due portali Tutor, ma una vera e propria sorveglianza a tutto tondo, potenzialmente proveniente da ogni lato dell’auto.

Le telecamere e i sensori dello Scout Speed, collegati a un monitor sul cruscotto della volante di pattuglia, sono dunque in grado di rilevare – e provare per via fotografica anche con il buio – una grande quantità di infrazioni, dal divieto di sosta all’assenza di assicurazione, nonché al mancato rispetto dei limiti. Su questo punto, tuttavia, sono molte le controversie sorte già nei mesi scorsi, a seguito delle contravvenzioni notificate tramite il sistema pometino.

Sul piede di guerra, cittadini e associazioni dei consumatori hanno presentato ricorsi, adducendo valide motivazioni alle contestazioni. Lo Scout Speed, infatti, può fotografare gli automobilisti anche frontalmente, procedura che, in caso di mancata contestazione immediata del reato, è vietata dal Ministero dei trasporti per motivi di privacy, anche se i volti dei passeggeri vengono oscurati.

Sempre riguardo alla mancata contestazione immediata delle infrazioni, permessa da un sistema come quello prodotto a Pomezia, chi è in contravvenzione può, potenzialmente, non accorgersi del controllo e continuare indisturbato a correre o a commettere altre irregolarità in strada. Altro punto critico sull’utilizzo dello Scout Speed è quello relativo alla segnalazione.

In molti casi, il dispositivo è stato posto all’interno delle volanti delle forze dell’ordine, chiaramente distinguibili dall’esterno. Altrettante occasioni, tuttavia, raccontano del suo utilizzo tramite vetture in borghese, apparentemente normali da fuori. Ciò, unito al fatto che la presenza dell’apparecchio non può essere adeguatamente segnalata dal cartelli stradali, ha sollevato non pochi dubbi e polemiche sulla regolarità del suo impiego. Per legge, infatti, gli altri sistemi “tradizionali” di controllo velocità devono essere accompagnati da segnali posti a distanze specifiche, che consentano di “educare” gli automobilisti.

Nell’ottica di un doveroso quanto fondamentale rispetto delle regole e dei corretti comportamenti in strada, ben vengano nuovi sistemi di controllo che consentano di smascherare le infrazioni. La correttezza richiesta agli automobilisti, però, dovrebbe essere anche garantita dalle istituzioni. In nessun caso, infatti, dovrebbero essere persi di vista gli scopi educativi e di prevenzione di tali apparecchi, che invece non di rado si trasformano in occasioni e tentazioni di “fare cassa” in maniera facile.

Lorenzo Mattia Nespoli 

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