ATTUALITA’ – È un Rapporto segnato dal problema delle differenze e delle diseguaglianze, quello presentato tre giorni fa da Legambiente sulla situazione del trasporto ferroviario in Italia. Dal 2008, con “Pendolaria”, l’Associazione ambientalista centra ogni anno l’attenzione sui problemi economici, infrastrutturali e sociali connessi con gli spostamenti quotidiani di milioni di persone.
Ciò che emerge con maggior evidenza, analizzando la situazione, è proprio un’Italia che si muove a velocità diverse. Un Paese dove è possibile percorrere in mezz’ora oltre 100 km da Bologna a Firenze, ma dove si trovano anche linee lentissime e convogli vecchi, ritardi, disservizi e cancellazioni non può che essere considerato profondamente diviso.
Cinque milioni e mezzo di persone, ogni giorno, si spostano in treno per lavorare o studiare. Una cifra enorme, che tuttavia deve tristemente confrontarsi con la scarsità di risorse e investimenti sui pendolari e sulle linee che percorrono. L’offerta dei treni è insufficiente per incentivare il trasporto su ferro: basti pensare che in Italia esistono oltre 1500 km di linee ferroviarie su cui non si effettua servizio passeggeri.
Premesse generali necessarie per riflettere su una situazione che, nelle nostre zone, è notoriamente critica. L’area a sud di Roma, infatti, è una delle più frequentate dai viaggiatori giornalieri. 42mila, secondo il Rapporto di Legambiente, sono le persone che si spostano dai Castelli Romani alla Capitale e viceversa, mentre 40mila sono i passeggeri da e per Nettuno. Disservizi, disagi, lentezza e ritardi sono caratteristiche ben note a chi deve muoversi quotidianamente da Albano, Frascati, Velletri e Nettuno.
“Pendolaria 2016”, infatti, non ha trascurato le linee “FL4”, proprio quelle che uniscono Roma ai Comuni castellani. «Per i pendolari di queste tratte – si legge nel Rapporto – riuscire a salire su un treno, e soprattutto arrivare a destinazione senza problemi o ritardi, diventa ogni giorno più difficile». Secondo l’Associazione ambientalista, i treni della Roma – Velletri, della Roma – Albano e della Roma – Frascati sono accomunati «dal problema dell’infrastruttura, vecchia e che a Ciampino diventa a unico binario per tutte e tre le direttrici».
Se confrontiamo queste caratteristiche con l’alta densità abitativa delle nostre zone, poi, i disagi diventano ancora più evidenti. Nelle ore di punta, infatti, i convogli ospitano molti più passeggeri di quanti possano trasportarne, e ciò si traduce inevitabilmente in rallentamenti, ritardi e soppressioni. 39 km/h è, ad esempio, l’imbarazzante velocità media della linea Roma – Albano, la più lenta della zona: 29 km si percorrono quasi in un’ora. Seguono la Roma – Velletri (42 km/h) e la Roma – Frascati (48 km/h). Non è migliore la situazione sulla Roma – Nettuno, altra linea che trasporta oltre 40mila utenti al giorno, con una percorrenza media di 67 minuti per appena 59 km.
L’adozione di nuovi convogli, avvenuta negli ultimi mesi, ha senza dubbio migliorato il comfort dei viaggi, anche se molte altre criticità rimangono vive e presenti. Per incentivare il servizio ferroviario, infatti, occorrerebbe potenziarne le infrastrutture. Da anni, a tal proposito, si insiste sul tema del raddoppio dei binari, provvedimento considerato decisivo per risolvere la maggior parte dei problemi.
Così non è, tuttavia, in quanto opere del genere andrebbero inevitabilmente a scontrarsi con ostacoli notevoli. Passaggi a livello, strade, abitazioni, strutture pubbliche e zone archeologiche si trovano infatti spesso a ridosso delle ferrovie, costituendo difficoltà oggettive per l’ampliamento delle linee.
Riduzione dell’inquinamento, maggiore occupazione e mobilità sostenibile sono dunque soltanto alcune delle parole d’ordine che, secondo Legambiente, dovrebbero guidare lo Stato nel rilancio dei trasporti ferroviari e nell’adozione di misure rapide che semplifichino realmente la mobilità quotidiana.
Lorenzo Mattia Nespoli