Importante risarcimento per un contagio di Epatite C da una trasfusione

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giustizia

ATTUALITA’ – La seconda sezione civile del Tribunale di Roma ha pubblicato in data 01/02/2017 una sentenza in materia di danni da emotrasfusione per contagio di epatite C che prevede un risarcimento di € 600.000,00 in favore di un danneggiato difeso dall’Avv. Emanuela De Rossi che ha lo studio a Ciampino.

Nonostante siano trascorsi ormai decenni dai tempi in cui si faceva un uso incontrollato del sangue umano in ambito medico, ancora oggi ci sono persone che all’improvviso scoprono di essere vittime del sangue infetto. Un consolidato orientamento giurisprudenziale riconosce la responsabilità del Ministero della Salute in quanto, sebbene già dagli anni 60/70 il Ministero disponeva di conoscenze scientifiche e strumenti idonei a combattere la trasmissione delle malattie mediante il sangue infetto, rimase inerte di fronte a comportamenti che hanno causato quella che oggi può essere considerata una vera e propria epidemia.

La responsabilità del Ministero in materia di emotrasfusione è stata ripetutamente accertata proprio per la ritardata adozione di provvedimenti atti a limitare il contagio trasfusionale oltre che per la sistematica mancanza di effettivi controlli, quanto meno a campione, sul plasma ed emoderivati. L’uomo in favore del quale il Tribunale di Roma, ha riconosciuto il risarcimento di € 600.000 è un’altra vittima inconsapevole ed incolpevole di questa vicenda.

La decisione del Tribunale è rilevante in quanto ha accertato che il danneggiato ha subito una concreta limitazione permanente della capacità lavorativa generica ed una conseguente perdita di chance. Il Giudice ha richiamato i più recenti approdi giurisprudenziali in base ai quali detto danno è da considerarsi una entità patrimoniale giuridicamente ed economicamente valutabile da liquidare autonomamente quale danno patrimoniale attuale in proiezione futura; ha proseguito poi evidenziando che la nuova concezione si discosta dal tradizionale orientamento in base al quale detto danno non attiene alla produzione di reddito ma si sostanzia in una menomazione dell’integrità psicofisica risarcibile quale danno biologico. A fronte di dette considerazioni ha ritenuto congruo risarcire per tale autonoma voce di danno l’ammontare di € 187.000,00.

Si tratta quindi di una vittoria nei confronti di un Ministero della Salute che nel corso della storia non sempre ha saputo tutelare al meglio la salute pubblica.

Avv. Emanuela De Rossi
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