POLITICA – Il giorno 29 febbraio, Massimo Morassut, esponente politico di Sel di Velletri e Lariano (Sinistra, Ecologia e Libertà) inviò un comunicato stampa in cui, partendo dalla scomparsa di Marzio Pennacchi e Marcello Ilardi, fece una lunga disamina sulla speculazione edilizia a Velletri.
La ricostruzione, dopo il brutale bombardamento che colpì Velletri il 22 gennaio del 1944, e i successivi piani regolatori, soprattutto quelli realizzati tra gli anni ’70 e gli anni ’90, cambiarono il volto della città, senza tentare di recuperare la bellezza classica che l’urbanistica di Velletri poteva vantare, prima della seconda guerra mondiale.
Quel comunicato che noi pubblicammo e che rendemmo leggibile anche sulla nostra pagina facebook fu oggetto di numerose critiche, soprattutto rivolte a Massimo Morassut, reo, a detta di molti, di voler offendere la memoria di due persone così note e amate a Velletri.
Ora Massimo Morassut, in esclusiva per Castelli Live, ha inviato un nuovo comunicato nel quale spiega i motivi che lo hanno spinto a scrivere il primo e soprattutto tenta di difendersi da quelli, che egli stesso definisce, insulti gratuiti alla sua persona.
COMUNICATO STAMPA
Ci mancava anche questa: leggere le opinioni su un articolo mai pubblicato. Insomma, il commento della notizia che non c’è, ma nota solo grazie alle testate on-line. Una circostanza paradossale e indubbiamente, poco professionale, al contrario di chi ha deciso, coerentemente di non pubblicare nulla, ne prima, ne dopo. A parte questa breve premessa, ancora una volta, constatiamo che il dissenso non piace, nemmeno a chi è animato da idee liberali, democratiche e pseudo sociali.
Per questo si fa fatica a comprendere che nello stesso momento in cui una comunità riconosce ad alcuni suoi componenti un ruolo pubblico legato ad aspetti sociali, professionali, politici e quant’altro, è inevitabile, anzi dovuto, da parte di chi si trova nella stessa condizione, esprimere la propria valutazione sulle storie pubbliche di alcune personalità. Un esercizio che presuppone, nel pieno rispetto delle persone, mai venuto meno, la piena libertà di pensiero, sia nell’elogio che nella critica. Tuttavia, questo semplice quanto fondamentale elemento di civiltà non piace ad alcuni che con reazioni scomposte e farneticanti usano lo strumento dell’attacco personale per non entrare mai nel merito delle questioni poste, preferendo rifugiarsi nell’ipocrisia della liturgia della memoria fino ad alterare totalmente i contenuti e le forme delle dichiarazioni. Una liturgia dentro la quale, non c’è spazio per il dissenso, ma solo per il pensiero unico, che deve uniformare anche la coscienza pubblica. Un giochetto antico che serve ai vivi per affermare altro. Chi vuole praticare questo giochetto ne ha tutto il diritto, ma non può pretendere che sia così per tutti. Ecco allora che pur di non stare nel merito si straparla, si arriva all’insulto, ai messaggi trasversali. Atteggiamenti che qualificano chi li lancia e fanno intravedere il tramonto di chi si dimostra incapace di entrare in sintonia con una società, magari silente, ma sicuramente più matura.
Un livore stantio e peloso che si nasconde dietro la venerazione di chi poi per stessa ammissione non era un benefattore, ma un operatore economico come tanti. In realtà commenti strumentali che mirano a disorientare l’opinione pubblica dalla realtà. La Città di Velletri, come tante altre dei Castelli Romani, per effetto di una politica decennale nella gestione del territorio, appunto, devastante, si trova nella prospettiva di diventare un supermega dormitorio della Area Metropolitana di ROMA senza identità, privata della sua storia e tradizione, ma anche di servizi (scuole, ospedali, trasporti), dove la pressione della rendita fondiaria spinge per realizzare solo ed esclusivamente abitazioni a basso costo. Uno scenario che in cui la politica locale, senza distinzioni, stenta a costruire una visione autonoma, ma che nel tempo a fasi alterne ha sviluppato solo Piani Regolatori ipertrofici con previsioni demografiche drogate utili solo a giustificare l’espansione edilizia, ma che poi non si misurano con l’esigenza di garantire fognature, approvvigionamento idrico, verde pubblico, illuminazione pubblica, gestione dei rifiuti, sanità adeguatamente dimensionata e quant’altro.
Ovviamente poi, in tutto questo, non poteva mancare il richiamo al popolo per la resa dei “conti elettorali” anche se nella strumentalità di alcune critiche è palese la consapevolezza di questi limiti Vedremo, tutti, cosa accadrà. Se mai sarà, ce ne faremo una ragione, quello che è certo è che non godere delle simpatie di alcuni non può che essere motivo di orgoglio e di vanto, del resto è normale che chi ha costruito le sue fortune esprimendosi come si esprime è giusto che ci tenga a sottolineare di non aver cambiato idea. In ogni caso, cari lettori, tutto ciò ha una rilevanza secondaria e semmai ne avrete interesse potete, sempre sulla rete, approfondire l’argomento, quello che è chiaro è che la fase dell’espansione e della crescita urbana non è nemmeno più in grado di garantire, oltre che la sostenibilità ambientale, uno sviluppo economico equilibrato che coincida sempre di più con la parola “progresso”.
La vera scommessa oggi, per la politica locale, senza esclusioni, è adeguare progressivamente i suoi obiettivi per garantire la manutenzione del territorio e il miglioramento dell’esistente, una scelta non facile, ma irrinunciabile, che deve alimentare la cultura politica di tutti, anche guardando agli errori del passato. Invece troppo spesso assistiamo ancora, con ampio risalto della stampa, a meschini quanto stucchevoli duetti a distanza la cui utilità pubblica è veramente difficile percepire.
Massimo Morassut
Sel Velletri-Lariano