Percorrere le diverse strade che la vita ci fa incontrare non è cosa facile. Può diventare più semplice se ascoltiamo noi stessi e i nostri bisogni. In effetti, comprendere le diverse forme e sfumature della nostra autostima rappresenta un primo passo per creare un buon rapporto con noi stessi.
L’Autostima, infatti, è il proprio modo di vedere se stessi e se stessi nelle relazioni con gli altri. È una spia luminosa che, di fronte a un bivio, ci segnala la strada da scegliere. Acquisire strumenti e atteggiamenti per valorizzare i nostri bisogni, attivare le risorse e gestire i cambiamenti ci aiuta ad attuare comportamenti creativi nell’incontro con l’ostacolo e, di conseguenza, nella necessità di realizzare nuove scelte. Dobbiamo fare nostro questo concetto, per formulare un progetto esistenziale stimolante che cresca con noi.
In origine, la stima di sé si costruisce e si modifica sulla base delle caratteristiche individuali, dei successi o degli insuccessi che registriamo dentro di noi nei diversi momenti di vita. Non di meno, la nostra autostima si modella anche in rapporto all’immagine che ci rimandano gli altri, alle loro valutazioni più o meno comprensive o incoraggianti. Il loro sguardo, i giudizi silenziosi o il disinteresse delle persone che ci circondano ci possono ferire quanto o più di parole esplicite e dirette.
Diversamente, in un ambiente nutriente e che ci sostiene, il nostro senso di autostima può essere rafforzato e a volte, ricostruito. L’incontro con persone significative, infatti, può ricompensare simbolicamente della “base sicura” che potrebbe essere mancata durante l’infanzia (Bowlby, 1983). Nel corso della vita, nutrire e formare la stima di noi stessi e di coloro di cui siamo responsabili, nella vita privata come in quella professionale, richiede un processo in continua costruzione ed evoluzione, attivo e modellabile, caratterizzato da una percezione stabile del nostro essere e dalla capacità di modificare la nostra immagine, in funzione delle esperienze, delle relazioni e della comunità a cui apparteniamo.
Possedere un’alta Autostima è il risultato di una limitata differenza tra il sé reale e il sé ideale. Significa saper riconoscere in maniera realistica di avere sia pregi che difetti, impegnarsi per migliorare le proprie debolezze, apprezzando i propri punti di forza. Tutto ciò enfatizza una maggiore apertura all’ambiente, una maggiore autonomia e una maggiore fiducia nelle proprie capacità.
Le persone con un’alta autostima dimostrano una maggiore perseveranza nel riuscire in un’attività che le appassiona o nel raggiungere un obiettivo a cui tengono e sono invece meno determinate in un ambito in cui hanno investito poco. Si tratta di persone più propense a relativizzare un insuccesso e ad impegnasi in nuove imprese che le aiutano a dimenticare.
Al contrario, una bassa Autostima può condurre ad una ridotta partecipazione e a uno scarso entusiasmo, che si concretizzano in situazioni di demotivazione in cui predominano disimpegno e disinteresse. Vengono riconosciute esclusivamente le proprie debolezze, mentre vengono trascurati i propri punti di forza. Spesso si tende a evadere anche dalle situazioni più banali per timore di un rifiuto da parte degli altri. Si è più vulnerabili e meno autonomi. Le persone con una bassa autostima si arrendono molto più facilmente quando si tratta di raggiungere un obiettivo, soprattutto se incontrano qualche difficoltà o sentono un parere contrario a ciò che pensano.
Si tratta di persone che faticano ad abbandonare i sentimenti di delusione e di amarezza connessi allo sperimentare un insuccesso.
Inoltre, di fronte alle critiche, sono molto sensibili all’intensità e alla durata del disagio provocato. In quest’ottica la strada verso l’Autostima, rappresenta il percorso delle persone verso il potere della conoscenza, attraverso la creazione di un luogo interiore e condiviso.
La dottoressa Daniela Perfetti è una Psicologa, laureata presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la sua attività di consulenza a Colleferro, dove si occupa di Formazione, Sostegno Individuale e di Gruppo, Coordinamento Genitoriale e Sostegno alla Genitorialità.
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