Programmare gli interventi di revisione e quelli di manutenzione dell’impianto di riscaldamento domestico può rappresentare un’incombenza poco piacevole, ma d’altra parte, affidare la propria caldaia alle cure di un tecnico professionista è la soluzione più semplice per prolungarne il ciclo di vita, mantenere una buona efficienza energetica nel tempo e, soprattutto, rendere sicura la propria casa.
Non solo, la revisione degli impianti di riscaldamento domestici, come ribadito all’interno del Decreto Legislativo 192 del 2005, è un obbligo di legge del quale sono i privati a doversi fare carico, pena sanzioni amministrative che possono rivelarsi alquanto cospicue.
Cerchiamo quindi di chiarire quali sono i doveri previsti dalle normative attualmente in vigore per i cittadini di Roma e provincia, come adempiere alle verifiche del caso e quali documenti conservare e presentare nel caso di notifica di ispezione da parte degli enti preposti.
Bollino blu e revisione della caldaia non sono la stessa cosa
“Ho già effettuato la revisione annuale della caldaia, devo comunque rinnovare il bollino blu?” La risposta è sì.
Come stabilito all’interno del Decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 2013, tutti gli impianti domestici di riscaldamento devono essere sottoposti a revisione, con una cadenza stabilita (alternativamente) in base a:
- quanto riportato sul libretto d’uso e manutenzione della caldaia
- il piano di manutenzione stilato da un tecnico manutentore
- le norme UNI CEI (revisione annuale per le caldaie standard e biennale per quelle ad alta efficienza energetica)
Se la normale revisione mira a valutare il corretto funzionamento dell’impianto e delle sue componenti, il check-up relativo al rilascio del bollino blu si concentra soprattutto sulla misurazione e sull’analisi della composizione dei fumi prodotti come scarto della combustione. Il bollino blu, in effetti, certifica che le emissioni rilasciate dalla caldaia non superino i limiti stabili per legge. La revisione necessaria per il rilascio del bollino blu può essere effettuata solo da un installatore autorizzato dal comune di Roma Capitale.
Obiettivo principale di questa certificazione è quello di assicurare sempre la piena efficienza degli impianti di riscaldamento dei privati, al fine di ridurre i consumi complessivi di gas e il rilascio di inquinanti nell’atmosfera, problema che, specie nelle grandi città, si acuisce nel corso della stagione invernale proprio a causa dei fumi prodotti dalle centinaia di migliaia di caldaie in funzione.
Come funziona il rinnovo del bollino blu
Per rinnovare il bollino blu, è sufficiente contattare il proprio tecnico di riferimento oppure un’impresa specializzata, ovviamente verificando che gli operatori interpellati siano in possesso della necessaria autorizzazione comunale.
Oltre alla verifica relativa alle emissioni prodotte dalla caldaia (quantitativa e qualitativa), l’incaricato potrà occuparsi anche di un controllo della pressione del gas e dello stato del bruciatore, rilasciando una valutazione del livello di efficienza energetica dell’impianto. In concomitanza con il rinnovo del bollino blu, è opportuno richiedere anche il rilascio del nuovo libretto unico d’impianto, qualora se ne fosse sprovvisti.
Ogni quanto effettuare il rinnovo
Il periodo di validità del bollino blu varia da impianto ad impianto, secondo il seguente schema:
- Validità pari ad un anno per le caldaie condominiali centralizzate e per le caldaie a combustibili liquidi o solidi (rientrano in questa categoria le caldaie a legna e a pellet, ma anche quelle a gpl e gasolio).
- Validità pari a 2 anni per le caldaie installate in ambienti chiusi, per quelle con potenza maggiore di 35 KW e per quelle in funzione da più di 8 anni.
- Validità pari a 4 anni per le caldaie installate all’aperto (o a tenuta stagna), con potenza inferiore a 35 KW e in funzione da meno di 8 anni.
Le nuove caldaie – di norma sempre installate all’esterno – generalmente vengono certificate con il rilascio del bollino blu al momento dell’istallazione, così, il rinnovo può essere effettuato a 4 anni di distanza dalla prima accensione.
L’ecobonus 2018 per la sostituzione della caldaia
E se la caldaia deve essere sostituita? Con la Legge di Bilancio 2018, il Governo ha confermato anche per l’anno in corso la possibilità di usufruire dell’Ecobonus per diversi interventi finalizzati all’ottimizzazione dell’efficienza energetica delle abitazioni private, modificando tuttavia l’aliquota Irpef che può essere portata in detrazione.
Il valore della detrazione Irpef è pari:
- al 50%, per l’acquisto di una caldaia ad alta efficienza energetica (quindi caldaie a condensazione di classe energetica A o superiori);
- al 65%, per l’acquisto di caldaie ad alta efficienza energetica dotate di sistemi avanzati di termoregolazione (ad esempio le termovalvole per i caloriferi) e/o per l’installazione di sistemi ibridi costituiti da caldaie a condensazione e pompa di calore.
Sono invece escluse dall’Ecobonus 2018 le spese sostenute per l’acquisto di caldaie di classe energetica Bo inferiori.