POLITICA – Legalità a rischio, infiltrazioni mafiose e necessità di intervenire con urgenza. Così potrebbe riassumersi ciò che la Commissione parlamentare Antimafia ha deliberato riguardo al Comune di Anzio.
Nella relazione di fine legislatura presentata due giorni fa, l’organo d’inchiesta bicamerale si è soffermato sulle criticità della situazione politica nella città costiera, che potrebbero – dopo indagini e approfondimenti – far valutare lo scioglimento del Consiglio comunale.
Nello specifico, è stato rinnovato l’invito al Prefetto di Roma Basilone a nominare una commissione d’accesso all’interno dello stesso Comune. La sollecitazione, come hanno spiegato da Palazzo San Macuto, giunge «dalle risultanze del processo MalaSuerte e dell’inchiesta Evergreen», nonché dal «quadro d’insieme dei documenti e degli elementi di informazione acquisiti dalla Commissione nel corso dei lavori».
Tutt’altro che rassicurante il quadro descritto dall’Antimafia. Estorsione, lavori pubblici assegnati senza gare d’appalto, traffico e spaccio di droga: una rete di attività criminali vasta e con radici ben salde, quella descritta dalla Commissione parlamentare presieduta da Rosy Bindi.
Tra Anzio, Nettuno, Lavinio, Ardea e Aprilia «opera in particolare la ‘ndrangheta riferibile al clan Gallace, originario di Guardavalle (provincia di Catanzaro), che ha saputo intrecciare un reticolo di relazioni con esponenti della malavita locale (…) ed è arrivata a condizionare anche l’attività degli Enti locali».
Lorenzo Mattia Nespoli