CULTURA – Una delle band più influenti e rappresentative della storia del rock, dai tratti inconfondibili anche se mai uguali a se stessi. Stiamo parlando dei Pink Floyd, veri e propri mostri sacri del genere. Un gruppo che, con la sua musica sempre in anticipo sui tempi, ha saputo raccontare mezzo secolo di storia, sperimentando e spaziando dagli stili alle tematiche più disparate.
È proprio questa la sensazione che rimane dopo aver visitato “The Pink Floyd Exhibition: their mortal remains” al Macro di Roma. La mostra, attiva al Museo d’Arte Contemporanea di via Nizza fino al prossimo 1 luglio, riesce infatti a far calare lo spettatore in una sorta di “mondo parallelo”. Un percorso in cui la scoperta della band inglese è molto più di una semplice carrellata cronologica, ma si configura come un’esperienza da vivere in maniera interattiva e multisensoriale.
A tale scopo, la scelta di far indossare a ogni visitatore un paio di cuffie che seguono i suoi movimenti, cambiando la traccia audio a seconda di ciò che guarda, appare davvero riuscita e coinvolgente. Le voci dei membri della band e dei loro più stretti collaboratori sono sempre presenti. Interviste, storie e aneddoti ci guidano dagli anni Sessanta fino alla reunion temporanea – nonché ultima esibizione – del gruppo, avvenuta al Live 8 del 2005. In mezzo, un viaggio attraverso album che rappresentano pietre miliari del rock mondiale: The Dark Side of the Moon, The Wall o Animals, solo per citarne alcuni.
Luci, suoni, foto, video, copertine, cimeli, strumenti musicali e materiali di scena fanno da sfondo a tutto questo, avvolgendo lo spettatore in un’atmosfera indimenticabile. Le emozioni sono sempre al centro della scena, come sono sempre state al centro della musica dei Pink Floyd e delle loro esibizioni dal vivo. Probabilmente nessun’altro gruppo ha infatti saputo presentare al pubblico storie di vita quotidiana, riflessioni filosofiche, critiche sociali e politiche attraverso una teatralità così unica, iconica e originale.
La mostra, curata dal direttore creativo del gruppo Aubrey Powell, insieme a Paula Webb Stainton, si è avvalsa anche della collaborazione attiva di Nick Mason, batterista e membro fondatore. Una celebrazione immancabile, dunque, non solo per i fan della band, ma anche per chi desideri avvicinarsi e conoscere da vicino il pianeta musicale dei Pink Floyd, ancora oggi vivo e affascinante.
Lorenzo Mattia Nespoli