ATTUALITA’ – Ha chiuso ormai da venti giorni il reparto di Pediatria dell’Ospedale Regina Apostolorum di Albano. Il polo specialistico, che in oltre trent’anni di attività ha saputo guadagnarsi ottima reputazione e qualifiche mediche di alto livello, è stato ora ridotto alla sola attività ambulatoriale.
I rischi di dismissione sono iniziati già qualche anno fa. Dal 2015, infatti, il piano di risanamento della sanità regionale ha coinvolto il presidio ospedaliero albanense, riducendone i posti letto a disposizione. Un provvedimento che è stato poi ripreso a luglio 2017, con il Decreto 257 del Commissario ad Acta Zingaretti. Proprio il Governatore del Lazio ha firmato, lo scorso 26 aprile, un nuovo Decreto che concretizza i programmi di riordino, in scadenza nel 2018.
Un iter quasi inevitabile e dettato da esigenze di riprogrammazione che, all’atto pratico dell’assistenza ai cittadini, comporta profondi disagi e cambiamenti. Non solo perché il reparto dedicato alle cure infantili era un vero e proprio riferimento per l’intera zona, ma anche per la perdita di un punto di pronto soccorso pediatrico, che copriva un bacino di utenza di circa 100mila persone.
Malcontento e proteste per scongiurare la chiusura non sono mancate, fin dalle prime notizie dei provvedimenti risalenti al 2015. Il Sindaco Marini ha chiesto un incontro col Direttore generale della Asl RM 6 Narciso Mostarda, previsto per i prossimi giorni.
Nel frattempo, il Comitato mamme ha dato il via a una petizione contro il taglio dei posti letto, mentre sta sollecitando tutte le Autorità competenti sulla vicenda, arrivando anche a scrivere al Papa. «La mancanza di Pediatria al Regina Apostolorum – si legge in un comunicato – durante il periodo autunnale e invernale metterà a rischio la salute e le vite dei bambini dei Castelli Romani e creerà disagio a loro e alle famiglie in caso di necessità. Albano e i suoi cittadini – hanno proseguito le mamme – saranno più poveri, e la Asl RM 6 dovrà pagare i ricoveri a Roma».
Alle loro proteste, si sono aggiunte nei giorni scorsi quelle dei pediatri dei Castelli Romani. In una lettera indirizzata alla Regione Lazio, ai Sindaci di Albano e degli altri Comuni di zona, alla Asl, al Ministero della salute, nonché al Presidente della Repubblica, hanno espresso tutto il loro sconcerto e indignazione contro un provvedimento ritenuto altamente dannoso.
«Nonostante le rassicurazioni degli amministratori e dei politici di turno – si legge nella comunicazione dei medici – nulla si è potuto per scongiurare la soppressione di una struttura pubblica altamente significativa e apprezzata (…), che permetteva il collegamento tra Ospedale e territorio, tanto desiderato a parole (…) Come pediatri di famiglia – hanno scritto ancora – auspichiamo fortemente che si possa esaminare la possibilità di una riapertura immediata (…) Lo stato d’animo che ci persuade è di preoccupazione, irritazione, impotenza, di fronte a un provvedimento e a una scelta sanitaria che per logica non doveva neppure essere pensata».
Lorenzo Mattia Nespoli