Dove è finito e come passa le sue giornate Andrea Bargnani? È l’interrogativo che si stanno ponendo da qualche stagione gli amanti del basket italiano che hanno ancora negli occhi le imprese sportive del “Mago”, primo europeo nella storia del basket Nba a essere scelto con il numero 1 al draft. Questa è una delle storie più strane dello sport nazionale degli ultimi anni. Una storia di ascesa e caduta in cui la pallacanestro giocata passa spesso in secondo piano.
Nato nel 1985 a Roma, Bargnani inizia la sua carriera nella Stella Azzurra, società tra le più attive in Italia nella scoperta di nuovi talenti. E Andrea di talento ne ha da vendere. A 17 anni è già titolare in prima squadra e le sue incredibili prestazioni gli valgono la chiamata di uno dei club storici del nostro basket: la Benetton Treviso.
È il 2003 e quel ragazzo che qualche anno dopo diventerà il “Mago” inizia a mostrare sprazzi di classe e tecnica sopraffina in un corpo che misura già 213 cm. Due anni con la maglia dei veneti e arriveranno uno Scudetto, il premio di miglior giovane della Serie A e quello di Rising Star Trophy dell’Eurolega 2006.
A 21 anni e dopo tre annate ad altissimo livello con la maglia della Benetton Treviso, squadra che quest’anno è tornata in Serie A dopo anni difficilissimi e che nella prossima stagione si presenterà ai nastri di partenza pronta a ribaltare i pronostici che la vedranno inizialmente in lotta per la salvezza, Bargnani tenta il grande salto: quello verso la Nba, il sogno di ogni giocatore di basket.
Lo realizzerà dalla porta principale. Nell’estate del 2006 i Toronto Raptors spendono per lui la prima scelta assoluta al draft, trasformandolo nel primo (e al momento unico) europeo mai selezionato al numero 1. L’esordio nel basket americano non è dei più facili. Serve un periodo di adattamento alla fisicità dei giocatori statunitensi e alla durezza dei contatti ma la classe di Bargnani pian piano emerge. A gennaio 2007 si prenderà il premio come Rookie del mese e verrà convocato per il Rookie Challenge all’All Star Game.
E qui inizia quella sfortuna che, sotto forma di piccoli ma fastidiosi guai fisici, lo accompagnerà per tutta la carriera. Poco dopo il Rookie Challenge si deve fermare un mese per appendicite e riesce a rientrare in campo solo per qualche partita nella serie di playoff persa dai suoi Raptors contro i Nets. Seguirà un’altra annata interlocutoria e il primo salto di qualità della stagione 2008-2009 conclusa con 31 minuti di media sul parquet e 15.4 punti a gara.
Le tre stagioni successive saranno le migliori della carriera: promosso centro titolare nella squadra canadese, il Mago chiuderà rispettivamente con 17.2, 21.4 e 19.5 punti di media con la perla dei 41 rifilati ai New York Knicks al Madison Square Garden.
Da lì, però, iniziare una veloce quanto inaspettata parabola discendente. Dopo un’altra annata costellata da infortuni ai Raptors, Bargnani viene ceduto ai Knicks. Con i blu-arancio Andrea chiuderà in doppia cifra di punti realizzati in entrambe le stagioni giocate ma scenderà in campo pochissime volte, complici problemi cronici ai polpacci. Ultima tappa americana quella con i Nets che durerà soltanto mezza stagione e si concluderà con la rescissione anticipata del contratto.
Nel 2017 il centro azzurro torna in Europa. La chance gliela da il Saski Baskonia, squadra spagnola di alto livello e presenza fissa in Eurolega. Gli infortuni, però, non accennano a diminuire. A fine anno le presenze saranno 31 tra massima competizione europea, campionato iberico e Copa del Rey con medie punti vicine alla doppia cifra. A febbraio 2018 l’ultima presenza sul campo dell’Efes e l’ennesima rescissione del contratto.
Da allora Andrea Bargnani non ha messo più piede in campo in gare ufficiali. “Non sto cercando squadra, le voci di mercato che mi riguardano sono tutte infondate” – scriveva il Mago pochi mesi dopo la fine del rapporto con Vitoria. Lo scorso anno neanche la chiamata del Montecatini Terme Basketball, squadra che furoreggiava negli anni ’90 con Mario Boni e Andrea Niccolai, è riuscita a smuoverlo.
É finita così, con 10.056 punti realizzati in carriera, grandi prestazioni con la maglia della nazionale e sprazzi di talento accecante, la parabola di uno dei più importanti talenti dello sport italiano. La speranza, però, è l’ultima a morire e i tifosi di basket sognano di vedere il Mago ancora una volta sul parquet.