ATTUALITA’ – L’Antistrust ha avviato un’istruttoria nei confronti degli Ordini degli Avvocati di Chieti, Roma, Milano, Latina, Civitavecchia, Tivoli, Velletri, Tempio Pausania, Modena, Matera, Taranto e Sassari “colpevoli” di aver ostacolato l’ingresso nel mercato dei servizi legali da parte degli avvocati qualificati in un altro Stato membro dell’Unione. Viene contestata un’infrazione al diritto comunitario, in particolare verso la Spagna, paese dove molti giovani laureati italiani negli ultimi anni si sono trasferiti per acquisire l’abilitazione all’esercizio della professione forense e che grazie al mercato unico possono poi esercitarla anche in Italia. In Spagna non è necessario sostenere un esame per iscriversi all’albo degli avvocati, occorre però ottenere l’omologazione della laurea conseguita in un altro paese sostenendo dieci esami in università spagnole e iscrivendosi, successivamente, al Colegio de Abogados. L’istruttoria dell’Antitrust è stata avviata in seguito a due segnalazioni, effettuate da un avvocato che aveva conseguito il titolo in Spagna e dall’Associazione Italiana Avvocati Stabiliti, che rappresenta i possessori di titolo di laurea in giurisprudenza e chi ha acquisito l’abilitazione alla professione di avvocato in ambito comunitario.
Secondo le due denunce – afferma l’Antitrust – gli Ordini segnalati hanno posto ostacoli all’iscrizione nella sezione speciale dell’albo dedicata agli “avvocati stabiliti”, in violazione di una direttiva comunitaria recepita in Italia dal decreto legislativo n. 96 del 2001, che consente l’esercizio permanente in Italia della professione di avvocato ai cittadini degli Stati membri in possesso di un titolo corrispondente a quello di avvocato, conseguito nel paese di origine. Il professionista che voglia esercitare in Italia deve iscriversi alla sezione speciale, potendo così esercitare sia pur con alcune limitazioni.
I comportamenti degli Ordini, che potrebbero costituire intese restrittive della concorrenza con l’obiettivo di escludere dal mercato professionisti abilitati nel resto dell’Unione, sono anche sotto la lente della Commissione Europea, che l’Autorità intende affiancare con l’utilizzo dei propri poteri antitrust verso gli Ordini stessi.