ATTUALITA’ – Parte il Progetto Seno: “La donna che abbiamo a cuore”, iniziativa di prevenzione realizzata dall’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale, in sinergia con l’Università Unicamillus e Avis, in collaborazione con l’associazione Artelive360 e con il contributo di Pedevilla SpA.
“Progetto Seno. La donna che abbiamo a cuore”, prevede un percorso sanitario e uno artistico-culturale in un connubio virtuoso tra arti e medicina, nella convinzione che questo contribuisca al benessere e al complessivo miglioramento della qualità di vita.
Il 19 e 20 settembre verranno realizzati percorsi gratuiti per le donne in fascia di età 40-49 anni che avranno la possibilità di effettuare visite specialistiche senologiche, mammografie ed ecografie, previa prenotazione al numero 06.93.29.81.37 da lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18.
Durante la due giorni sarà possibile visitare liberamente la Mostra d’arte collettiva “La donna che abbiamo a cuore”, un’esposizione di oltre 30 opere tra tele, sculture, fotografie e installazioni, interamente dedicata alla donna, allestita lungo tutto il percorso di cura all’interno della struttura ospedaliera di Albano Laziale. 19 gli artisti coinvolti, alcuni già affermati nel panorama nazionale come il comasco Andrea Greco che, dipingendo la musica, presenterà dei brani musicali fruibili tramite QRCODE, che le pazienti potranno ascoltare in attesa di effettuare le visite.
Molti artisti saranno presenti in qualità di “ambasciatori della salute” per interagire con le partecipanti e i familiari al fine di far comprendere maggiormente il significato delle opere e la poetica di ciascuno. Infine, il percorso vede la partecipazione dello scultore Paolo Frattari che sarà protagonista di una performance live durante la due giorni. Il pubblico avrà modo di interagire con l’artista che produrrà un’opera celebrativa della donna. La scultura ultimata verrà donata all’ospedale Regina Apostolorum.
Responsabile del Progetto Seno è il prof. Claudio Amanti, specialista in Chirurgia Generale e Senologia. “Questo Open Day è un’iniziativa importantissima per la prevenzione del cancro alla mammella, – spiega il prof. Amanti – Il Progetto Seno dell’Ospedale Regina Apostolorum avrà un approccio multidisciplinare e sarà un punto di riferimento certo per il territorio. Il nostro obiettivo è quello di fare rete con le associazioni, i medici di medicina generale e gli enti impegnati nella tutela della salute della donna affinché tutte loro possano accedere a servizi di prevenzione d’eccellenza”.
Da lunedì 26 settembre sarà attivo presso la struttura sanitaria di Albano Laziale il nuovo ambulatorio di senologia in grado di offrire un programma completo per la prevenzione e la diagnosi precoce delle patologie mammarie, con particolare riferimento al tumore al seno. Uno spazio dedicato a tutte le donne che necessitano di una prima visita, di un controllo di routine o per la diagnosi di un sospetto cancro alla mammella che mira a diventare un punto di riferimento d’eccellenza sul territorio. Grazie a un’equipe multidisciplinare, le pazienti potranno accedere ad un’approfondita indagine clinica e strumentale che permetterà in breve tempo di avere una diagnosi accurata e un percorso di cura mirato.
Il tumore al seno è la patologia oncologica più diffusa tra le donne. In Italia nel 2021 sono stati stimati 55.000 casi nella popolazione femminile, il 30,3% di tutte le forme tumorali. Negli ultimi anni, grazie ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, nonostante il continuo aumento dell’incidenza, vi è stato un calo della mortalità.
“Una diagnosi precoce del tumore alla mammella consente di intervenire sin dalla fase iniziale del suo sviluppo e di ottenere in moltissimi casi la riduzione di mortalità con ricorso a terapie meno aggressive” – afferma Gabriele Coppa, Direttore Generale dell’Ospedale Regina Apostolorum. “Il Progetto Seno del nostro Ospedale nasce con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione e incrementare l’adesione ai programmi di screening grazie alla sinergia con le Associazioni di volontariato e con i medici di Medicina Generale che spesso fungono da antenna territoriale nonché da supporto operativo e psicologico anche nell’individuazione e nell’accompagnamento del paziente nel percorso di cura adeguato, garantendo, con il proprio impegno, un’equa accessibilità alla cura”.