Pomezia, comune condannato per discriminazione verso i disabili

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ATTUALITA’ – Con ordinanza resa pubblica lo scorso 5 gennaio, il Tribunale di Roma, diciottesima sezione civile, Giudice dott.ssa Damiana Colla, ha condannato il Comune di Pomezia per condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità a causa della mancata adozione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.), nonché a causa della presenza di numerose barriere architettoniche e sensoriali presenti sul suo territorio che impediscono alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di accedere, sostare e transitare nei luoghi e negli spazi pubblici. 

Su ricorso promosso dall’Associazione Luca Coscioni il Tribunale di Roma, con un’ordinanza che non ha precedenti, ha stabilito per la prima volta che la mancata adozione e approvazione del P.E.B.A. da parte delle amministrazioni comunali rappresenta una condotta discriminatoria indiretta attuata in forma collettiva nei confronti delle persone con disabilità. Per il Tribunale, infatti, il Comune di Pomezia ha adottato il P.E.B.A. con notevole ritardo, ossia solo a maggio 2022, il che non gli ha consentito di procedere alla ricognizione delle barriere architettoniche presenti sul suo territorio e alla conseguente programmazione degli interventi volti alla loro rimozione. Tale ritardo – scrive la Giudice – “incide sui diritti dei disabili, con realizzazione di una condotta da parte dell’amministrazione comunale in concreto svantaggiosa e discriminatoria per gli stessi”. 

Nel corso del giudizio è stato inoltre accertato che all’interno del Comune di Pomezia alle persone con disabilità non viene garantita la totale accessibilità di numerosi luoghi e spazi pubblici, ciò a causa della presenza delle barriere architettoniche indicate nelle perizia redatta dall’Architetto Paolo Moscogiuri. Una situazione che per il Tribunale è fonte di grave discriminazione nei confronti delle persone con ridotta o impedita capacità motoria.

Il Comune di Pomezia è stato dunque condannato a cessare il comportamento discriminatorio mediante la rimozione entro il 30.12.2023 delle barriere architettoniche indicate nel ricorso, previa adozione, entro il 30.06.2023, di un piano di rimozione delle stesse da adottare sentita l’Associazione Luca Coscioni.. 

E’ la prima condanna per condotta discriminatoria emessa in Italia nei confronti di un Comune a causa della mancata adozione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche – dichiarano l’avv. Alessandro Gerardi e Giuseppe Di Bella, entrambi Consiglieri Generali dell’Associazione Luca Coscioni – Nonostante la legge n. 41/1986 e la successiva legge n. 104/1992 impongano a tutte le amministrazioni comunali di dotarsi di un P.E.B.A., ad oggi sono pochissimi gli enti locali che lo hanno fatto. Grazie a questa ordinanza emessa dal Tribunale di Roma, da oggi sarà dunque possibile rivolgersi alla giustizia civile per costringere i Comuni a monitorare e a censire tutte le barriere architettoniche e sensoriali presenti sui loro territori e a programmare nel tempo gli interventi necessari alla loro rimozione”.

Comunicato stampa Associazione Luca Coscioni

 

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