POLITICA – Occorre fare una premessa che può sembrare ridondante ma serve a chi, ogni volta, si stupisce: in politica accade tutto e il suo contrario, da sempre.
Fatta la necessaria premessa, ieri pomeriggio, presso il ristorante Belvedere di Velletri, Orlando Pocci, Sindaco uscente, ha riunito i suoi candidati e i sostenitori per dare la volata alla campagna elettorale.
Accanto a lui il figliol prodigo, Romano Favetta, tornato a casa, come ha dichiarato egli stesso, dopo una campagna elettorale in cui ha provato a farsi eleggere Sindaco, letta da molti più come una prova di forza per soppesare il suo peso specifico.
E un peso politico specifico lo ha ottenuto, il suo 12,85% se non è stato sufficiente per l’incoronazione da primo cittadino lo ha reso comunque un sostanzioso ago della bilancia. L’incontro di Orlando Pocci con i suoi colonnelli è stata solo la ciliegina sulla torta di una giornata degna di un romanzo di Pierre Lemaitre, ma con meno sangue.
I “fintamente sconvolti” per l’accordo politico (o meglio ancora, l’apparentamento) fra Orlando Pocci e Romano Favetta non hanno avuto neanche il tempo di riprendersi che si sono visti comparire sui social la foto della stretta di mano fra Fausto Servadio, candidato anch’egli come Sindaco e Sindaco di Velletri per 10 anni circa e Ascanio Cascella, candidato del centro destra.
Apriti cielo: parte dei suoi candidati si rivoltano e inviano un comunicato stampa di fuoco, sottoscritto da 32 sostenitori e candidati nelle liste per Fausto Servadio Sindaco, che lo rimproverano di una virata a destra incoerente.
Servadio con l’accordo perde pezzi e francamente rinnega le sue parole contenute in un’intervista che aveva fatto proprio alla nostra redazione lo scorso 24 marzo in cui dichiarava, a proposito di Ascanio Cascella: “Non lo conosco, ho visto la foto, so che è un avvocato di Velletri. Però voglio ricordare ai cittadini che chi si candida deve sapere che amministrare, non sostenere una causa in tribunale e per amministrare un Comune si devono avere delle capacità che non acquisisci il giorno prima, utili per il giorno dopo. Se ci sono candidati che non hanno mai amministrato nulla ma che vuoi che combinino? Il Sindaco deve avere la capacità di decidere, se non è capace di dire si o no è solo colpa sua. Poi ho visto che chi lo sostiene, sempre in quella foto. Ma non sono quelli che hanno portato Velletri al dissesto finanziario? Non avendo più credibilità politica mandano avanti gli altri”.
Ma la discriminante per Fausto Servadio sarebbe Romano Favetta con il quale, politicamente, non vuole avere nulla a che fare, presa di distanza che invece è divenuta realtà per Orlando Pocci che ieri ha dichiarato: “Mi sento più leggero, finalmente non devo più avere a che fare con Servadio che dalla fine delle ultime elezioni non ha fatto altro che parlare male di me, di provare a farmi odiare dai miei concittadini per una promessa mai fatta: il posto di vicesindaco”.
Nel frattempo Romano Favetta, con indosso una camicia bianca che faceva il paio con quella di Orlando Pocci, non ha nascosto di essere stato “corteggiato” dall’altra sponda del campo politico ma si è dichiarato felice di essere tornato a casa. Ha ammesso qualche piccolo terremoto fra i suoi sostenitori, qualcuno avrebbe storto il naso per l’accordo con Orlando Pocci, ma è il prezzo che si paga quando si compiono scelte.
Si attende una settimana intensa più fra i candidati che fra i cittadini, forse mai come questa volta schierati con lucidità da una parte e dall’altra, se ne incontrano pochi di indecisi e il terremoto di ieri ha rimesso le pedine a loro posto.