Velletri, chiusura Casa di riposo Berardi: la battaglia di Gianni Cerini per scongiurarla

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POLITICA – Gianni Cerini, ingegnere, notissimo politico veliterno e sanguigno in ogni sua azione, sta mettendo in campo tutta la sua esperienza e passione per scongiurare la chiusura della casa di riposoG. e F. Berardi di via Fontana delle Fosse a Velletri” di cui c’eravamo occupati.

In questa intervista che ci ha gentilmente rilasciato spiega i motivi del suo impegno e soprattutto il perché la paventata chiusura nasca più da probabile cattiva gestione che da necessaria e inevitabile scelta.

 Perché si sta occupando di questa faccenda e a che titolo

“Mi sto occupando di questa faccenda poiché un caro amico ha la mamma, ultracentenaria, ospitata nella struttura e dopo un incontro con molti familiari si è deciso tutti insieme di costituire un comitato. Al comitato è stato dato il nome “Comitato dei familiari per la salvaguardia dell’Opera Pia G. e F. Berardi”. Lo stesso mi ha nominato consulente e tecnico per tutte le documentazioni si rendessero necessarie. Sono profondamente legato a questa struttura fin da bambino, qui ho frequentato le scuole elementari dalla seconda alla quinta, sotto la guida di Suor Valletta, che ha fatto emergere le mie propensioni alle attività artistiche e che ricordo con immutato affetto e anche per lei mi batto”.

A che punto ha trovato la situazione amministrativa e anche degli edifici che erano destinati alla ristrutturazione

“Da quanto emerge abbiamo rilevato una cattiva gestione della struttura, basti pensare che nel 2017 il bilancio ha chiuso con oltre 700.000 euro di attivo, cosa che è possibile verificare sul sito della fondazione. Negli anni successivi però si è constatata un grave perdita annuale fino ad arrivare ad oggi, con il bilancio 2021 in perdita, mentre non risulta approvato il bilancio 2022. Per quanto riguarda la parte strutturale, ho avuto modo di sapere che la struttura non presenta problemi statici e quindi è idonea alla destinazione d’uso corrente”.

Cosa sta attivando per cercare di scongiurare la chiusura

“Quale consulente e tecnico incaricato (al costo simbolico di 1 euro), congiuntamente al comitato, stiamo cercando di attivarci per scongiurare la chiusura della struttura, che addirittura rischia di finire nelle grinfie di soggetti esterni che ne vorrebbero, dopo l’acquisto di terreni adiacenti, averne la gestione. Il Comitato ha inteso portare i fatti all’attenzione della cittadinanza che si è mostrata molto dispiaciuta, la struttura nasce da una donazione del 1905 e da oltre un secolo garantisce l’assistenza agli anziani come da volontà dei donatori”.

Quali strade intende percorrere per far sì che l’istituto rimanga attivo

“Le strade intraprese per scongiurare la chiusura sono due: la più importante:  ottenere il commissariamento dell’attuale Cda, con la nomina di un commissario garante che possa portare avanti i compiti statutari e  il fine per il quale la struttura è stata donata dai Berardi. Per tale motivo è stata inviata una richiesta al Direttore Regionale del competente ufficio, a cui nella serata del 28 luglio è stata notificata una diffida ad adempire al commissariamento, dal legale che assiste il comitato. Inoltre avendo rilevato gravi inadempimenti di ordine economico-finanziario, la   diffida è stata inviata anche alla Procura Generale della Corte dei Conti. Altre azioni che il comitato vuole mettere in campo sono: manifestazioni di protesta sia davanti all’Opera Pia, sia davanti all’entrata della Regione Lazio. La prima fissata per lunedì 31 luglio, dalle ore 9 alle 19 e di cui si è informato il Comando di P.S. di Velletri. Altra azione, quella di non togliere gli anziani dalla struttura, come chiesto in maniera del tutto singolare dal presidente del Cda, a partire dal 1° agosto prossimo”.

Secondo lei chi ha il potere di risollevare la situazione

“Attraverso la nomina del commissario e considerato che i lavori relativi alla sicurezza, richiesti della ASL sembrano siano stati tutti effettuati, lo stesso commissario in armonia con il comitato, potrebbe chiedere una proroga per adeguare la struttura alla nuova normativa, in quanto perfettamente possibile. Lo stesso commissario potrebbe accendere un finanziamento, o un mutuo, oppure richiedere un prestito alla Diocesi che ad oggi ha incassato oltre 1.500.000 euro dall’otto per mille. Attivare inoltre le richieste per contributi specifici e l’apertura del codice del 5 per mille, che la fondazione non ha mai richiesto, con grave negligenza”.

A chi lancia le maggiori critiche per questa faccenda

“Il Comitato nella sua diffida ha chiarito la propria posizione. Il comportamento del Cda che nel tempo non ha utilizzato i 724.628,42 euro relativi all’attivo del bilancio consuntivo del 2017. Infatti già dal 2004 era nota la delibera della Regione Lazio che imponeva nuove norme per il rilascio delle autorizzazioni. Anche la scelta di fare una Fondazione non è stata oculata in quanto aderire ad altre soluzioni avrebbe dato maggiori garanzie. Infine appare certo che la Regione abbia omesso i controlli a cui è deputata, non intervenendo sul mancato adeguamento dell’autorizzazione sulle perdite catastrofiche dei vari esercizi a partire dal 2018, e sulla mancata approvazione del bilancio 2022, quale compito di istituto nei confronti della Fondazione, nella quale ha un componente nel Cda. Ora proprio dal Direttore Regionale competente ci si aspetta il commissariamento e la messa in campo immediata di ogni iniziativa diretta a scongiurare la chiusura dell’Opera Pia e per tale scopo il Comitato si riserva ogni azione”.

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