CRONACA – È una vicenda oscura quella che ha portato alla luce la morte di una cagnolona incinta in provincia di Roma. Rinchiusa in un freddo sacco di plastica abbandonato sulla spiaggia, il povero animale è stato ritrovato senza vita.
Le Forze dell’ordine si sono immediatamente attivate dopo la segnalazione e, grazie al microchip, sono subito risalite al proprietario del cane, già connesso ad un allevamento abusivo di cani sequestrato lo scorso anno. Tra i denunciati, non solo il proprietario del cane, ma anche una donna a cui era stata affidata la cagnolona. La stessa avrebbe dichiarato agli inquirenti che il cane le era sfuggito ed era tornato in fin di vita.
LNDC Animal Protection sporge denuncia e chiede alla magistratura che venga disposto l’esame necroscopico per accertare le cause di morte dell’animale e valutare le responsabilità del proprietario e della donna che lo deteneva. L’Associazione di protezione animali ha denunciato anche il medico veterinario che ha rilasciato un certificato di morte per cause naturali e termodistruzione del cadavere del cane. Un certificato non veritiero, dato che il veterinario in questione aveva visitato il cane ancora vivo con evidenti segni di morsi e aggressione da parte di un altro animale.
“Non solo sporgiamo denuncia, ma chiediamo che sia fatta chiarezza sulla presenza dei morsi sul corpo inerme di questa povera cagnolona che doveva dare alla luce i suoi figli. Chiaramente le versioni delle persone coinvolte in questa vicenda non collimano, ci sono troppi buchi neri e falsità. Essendo il proprietario già collegato a un caso di allevamento abusivo, è importante accertare che questa povera cagnolona non sia stata coinvolta in un combattimento clandestino tra cani. Sarebbe davvero un’azione spregevole da parte di chi si sarebbe dovuto occupare di lei. Auspichiamo che le investigazioni portino a galla la verità e che le persone coinvolte paghino per questo orrendo crimine”, commenta Piera Rosati, Presidente di LNDC Animal Protection.