“Arte e matematica al bioparco. Il Numero Aureo negli animali”, la mostra di 33 opere fino al 31 luglio

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CULTURA – “Arte e matematica al bioparco. Il Numero Aureo negli animali” è la mostra, a cura di Antonino Zichichi e Victoria Noel-Johnson, che racchiude 33 opere d’arte (dipinti, sculture, lavori su carta, fotografie e installazioni) di 11 artisti italiani contemporanei, che saranno allestite al Bioparco di Roma dal 24 aprile al 31 luglio prossimo.

Il vernissage e la presentazione alla stampa delle opere si terrà mercoledì 24 aprile alle 12.30 nella “Sala degli elefanti” del Bioparco, il Giardino Zoologico di Roma (piazzale del Giardino Zoologico n. 1). Espongono le loro opere Vito Bongiorno, Bruno Ceccobelli, Valentina De Martini, Massimiliano Di Giovanni, Danilo Mainardi, Umberto Mastroianni, Elena Pinzuti, Oliviero Rainaldi, Maurizio Savini, Giovanni Tommasi Ferroni, Ortensio Zecchino.

Al vernissage e conferenza stampa è previsto l’intervento di Paola Palanza, presidente della Fondazione Bioparco di Roma, di Lorenzo Zichichi, presidente della casa editrice “Il Cigno Arte” di Roma che organizza la mostra e realizza il catalogo, e alcuni artisti tra cui Vito Bongiorno, Giovanni Tommasi Ferroni, Valentina De Martini, Maurizio Savini ed Elena Pinzuti.

Il Bioparco di Roma diviene il luogo dove la “natura” diventa “cultura”. Oltre a contribuire alla conservazione delle specie animali in pericolo di estinzione, “il Giardino Zoologico di Roma promuove azioni di sensibilizzazione e di educazione sull’importanza della biodiversità e del rispetto per gli animali e per l’ambiente”, sottolinea Paola Palanza. “Qui educazione, scienza e arte dialogano insieme per ricordare a tutti che siamo parte integrante di un unico sistema naturale, che va preservato e difeso. Questa innovativa mostra di arte contemporanea disvela l’originale sguardo della proporzione armonica negli animali”.

Nelle opere esposte è possibile scoprire cosa ci attrae nelle forme degli animali e cosa, quindi, percepiamo come “bello”. “Immergetevi nella sala dove si trovano le opere e guardate – suggerisce Paola Palanza -. Osservate, una per una, l’armonia delle forme che vi circondano. Percepite di ogni figura la lunghezza, la larghezza, le proporzioni. Dal grande elefante rosa al fenicottero, dalla tigre gialla al coccodrillo, dal leone alle giraffe, dalle nuvole di uccelli alle scimmie. E poi uscite e andate a cercare in tutto il Bioparco gli animali che avete appena visto raffigurati: a sinistra l’elefante Sofia, l’ippopotamo e i fenicotteri e, sulla collina, gli scimpanzé; a destra la tigre di Sumatra e il leone asiatico e, più avanti, le zebre, i rinoceronti e le giraffe e tanti altri. Ritrovate nell’animale reale, nella sua espressiva fisicità, la proporzione armonica del numero aureo, la matematica delle opere d’arte che avete appena ammirato. Arte, matematica e natura creano qui al Bioparco di Roma una visione d’insieme emozionante e intensa, che permette di riallacciare un legame più stretto e consapevole con gli animali e con noi stessi, come parte integrante dell’immensa opera d’arte che è il mondo naturale”.

La mostra celebra la bellezza della natura (specificatamente quella del regno animale) e l’ordine inaspettato del loro mondo spesso indisciplinato – spiega la curatrice Victoria Noel-Johnson – . Collettivamente, ci costringono a guardare più attentamente ciò che presumiamo di conoscere; a cercare i segni matematici nascosti che giacciono all’interno della loro struttura esterna, come i modelli del loro pelo, così come nel loro movimento dinamico. Come sappiamo, il mondo naturale contiene molti tipi di modelli che a volte sono modellati matematicamente. A questo scopo, i modelli naturali includono simmetrie, alberi, spirali, onde, schiume, tessellazioni, crepe, macchie e strisce. Una funzione chiave dei modelli animali che si sono evoluti nel tempo è il mimetismo, al fine di aumentare il tasso di sopravvivenza per riprodursi, così come la segnalazione”.

Ma cosa ha a che fare la matematica con la natura e con l’arte o con la nostra percezione della bellezza? La risposta ce la fornisce “il numero aureo”, una regola geometrica che, come spiega magistralmente Antonino Zichichi, è un numero che si approssima a 1,618, un rapporto tra lunghezze, conosciuto fin dall’antica Grecia ed espresso nella successione di Fibonacci e nella spirale logaritmica. È presente ovunque in natura. Nella Cultura Occidentale, partendo da Fidia e dal Partenone – dichiara Antonino Zichichi – , la sezione Aurea e il Numero Aureo sono presenti, consapevolmente o inconsapevolmente, in celeberrime opere. Nel Rinascimento, dopo la riscoperta di Fibonacci, fu simbolo di perfezione estetica da utilizzare in architettura e nell’arte con, tra gli altri, Leonardo da Vinci (1542-1519) e Albrecht Dürer (1471-1528). Il Numero Aureo sta in molte figure geometriche rendendole Auree. Lo abbiamo tra l’altro nell’architettura ottagonale di Castel del Monte. Il rapporto Aureo entra nel pentagono che è Aureo in quanto il lato della stella e il lato del pentagono sono nel rapporto del 38% e 62%, come vuole il Numero Aureo”. Infatti Fibonacci “nel 1226 incontra a Pisa Federico II di Svevia” che poi fa costruire Castel del Monte, come ricorda nel catalogo Lorenzo Zichichie integra la nuova edizione del “Liber Abaci”, il suo capolavoro e fondamento della matematica occidentale, sulla base dei quesiti dibattuti con l’Imperatore”.

 Il rapporto Aureo, la Frazione Aurea, il Numero Aureo sono tutte e tre queste cose la stessa cosa, e cioè un numero che, espresso con due sole cifre, è 1,6. Questo rapporto Aureo (che, nel rinascimento diventerà addirittura divino) è in ciascuno di noi, Leonardo da Vinci lo affermò con decisione”, assicura Antonino Zichichi. E quindi il numero aureo è anche negli animali e nell’arte. “Il matematico britannico del XX secolo, Alan Turing – ricorda Victoria Noel-Johnson – con la sua ricerca, è stato in grado di prevedere meccanismi di morfogenesi (un sistema di reazione-diffusione che crea spontaneamente modelli maculati o striati) che danno origine a modelli di macchie e strisce come visto nella simmetria bilaterale delle strisce di una tigre. Tale simmetria bilaterale è splendidamente resa nelle opere audacemente colorate di Valentina De Martini, Tigre gialla (2022, cm 180 x 140) e Zebra verde (2022, cm 180 x 140). Il ritmo dinamico del movimento di un animale è anche evidenziato da diverse opere esposte. Il grande trittico fotografico in bianco e nero di Ortensio Zecchino, Il volo dell’aquila (2024, cm 60 x 170), in parte rende omaggio allo studio di Leonardo sul volo degli uccelli, mentre “Gnoseologia Documenta” di Elena Pinzuti (2014, cm 140 x 110) cattura l’ampiezza e la profondità della bellezza del volo nella natura con questa gamma caleidoscopica di diversi uccelli”.

“La speranza – conclude Victoria Noel-Johnson – è che le opere d’arte esposte, che raffigurano un gran numero di animali selvatici, molti dei quali possono essere trovati all’interno dei confini immediati del Bioparco di Roma, arricchiscano l’esperienza del visitatore evidenziando i ‘legami nascosti’ condivisi tra natura, bellezza e matematica (ordine, proporzione e armonia) e, una volta compresi come una sorta di triplice alleanza, rinforzano la nostra convinzione nella meravigliosa natura della vita, che è sottesa da ordine e logica”.

L’orario di apertura della mostra segue quello del Bioparco: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 18.00, nel week end e festivi  dalle 9.30 alle 19.00. L’ingresso è consentito fino ad un’ora prima della chiusura. Il costo del biglietto della mostra è compreso in quello del Bioparco.

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