ATTUALITA’ – La fine dell’anno scolastico si avvicina ed è proprio questo il periodo dell’anno in cui i genitori devono pensare e organizzarsi trovando soluzioni per impegnare i propri figli durante i mesi senza scuola. KRUK Italia, l’esperto del debito, ha indagato attraverso un sondaggio quali sono i comportamenti economici delle famiglie nel periodo estivo vista la particolare congiuntura economica che stiamo vivendo.
Se in Italia mantenere un figlio costa in media 645 euro al mese], la cifra è destinata a crescere durante l’estate per genitori con figli piccoli e pre adolescenti, alla ricerca di un’occupazione per la loro progenie, che deve comunque essere accudita e stimolata in attività ricreative o formative. Questo tema, secondo l’indagine KRUK, riguarda la maggior parte dei genitori italiani, solo il 10% dei rispondenti infatti dichiara di non usufruire dei campi estivi e addirittura il 21% del campione afferma che per le attività estive (campi estivi inclusi) si arriva a pagare la stessa cifra che si spenderebbe per portare i propri figli in vacanza.
La situazione appare particolarmente allarmante in regioni come il Lazio dove si registra un numero molto elevato di persone con un debito gestito da KRUK Italia (8,49%), preceduto da Campania (11%) e Sicilia (10,59%). Mentre la media nazionale è del 4%.
Ma quanto costa mantenere un figlio nei mesi in cui non va a scuola? Considerando pasti in più, qualche sfizio e le varie attività di intrattenimento per la maggior parte del campione la spesa aggiuntiva è compresa tra i 600 e gli 800 euro] da aggiungere al mantenimento regolare del figlio. Addirittura c’è un 17% che afferma di spendere più di 1000 euro per impegnare i figli in estate, un mix preoccupante se unito al fatto che gli stipendi italiani sono invariati da decenni. Il quadro economico famigliare rischia di diventare complesso, specialmente senza una pianificazione precisa del budget. Nonostante ciò il fattore economico è al 3° posto quando si cerca il campo estivo adatto al proprio figlio, prima lo si sceglie in base alla varietà di attività all’aperto offerte (38%), poi alla vicinanza del campo a casa (28%) e in fine in considerazione del costo settimanale (17%).
“Ogni anno questo periodo è un salasso per le famiglie con bambini, la spesa per le attività dedicate a loro nei mesi senza scuola incidono notevolmente sul bilancio familiare. L’indicazione con cui consigliamo di affrontare il momento delle iscrizioni ai vari campi estivi è quello di pianificare sin da inizio anno un budget dedicato, coerente con quanto speso l’anno precedente ma che tenga anche in considerazione eventuali spese extra. Dalla nostra indagine abbiamo appreso che il 62% del campione dichiara di pianificare questa spesa ma il 34% degli intervistati ha ammesso di non riuscire a rispettare il budget prefissato. Questo anche per via dei rincari, delle spese straordinarie e imprevisti che sono, purtroppo, sempre da considerare. Soprattutto in regioni come il Lazio, dove registriamo moltissime persone con un debito da noi gestito, suggeriamo massima attenzione alla pianificazione di queste spese ricorrenti e gli eventuali imprevisti annessi.” Afferma Giusy Minutoli, Regional Manager di KRUK Italia.
Le opzioni alternative alla scuola in estate – Tra le numerose alternative che sono nate per supportare le famiglie con bambini durante il periodo estivo quelle più gettonate sono i campi estivi, dove il 72% del campione risponde di mandare i propri figli e che, dopo la vacanza studio scelta solo dal 24% dei rispondenti, è considerata l’opzione più costosa (62%). La maggior parte dei bambini trascorrerà nei campus dalle 3 alle 4 settimane (31%) e alcuni anche più di 4 (24%).
Campi estivi non sempre economici – C’è un altro punto su cui gli intervistati sono quasi completamente d’accordo: i rincari rispetto allo scorso anno. Questi sono percepiti dal 59% dei rispondenti e a volte includono i costi aggiuntivi delle varie attività, addirittura il 69% ne è stato sorpreso almeno una volta. Le spese extra per il 55% del campione riguardano le trasferte e le gite fuori porta seguite a pari-merito da abbigliamento/attrezzatura sportiva e la spesa per il pasto al sacco o la mensa (38%), terza posizione per gli abbonamenti extra a navette o club sportivi (21%).
Visti i dati emersi dal sondaggio è evidente che per le famiglie con bambini in età scolare, la fine della scuola segni un’ulteriore importante occasione di spesa che deve essere contemplata nel paniere economico del nucleo familiare alla stessa stregua delle vacanze. Ed essendo una ricorrenza annuale è una voce per cui va accantonato un budget di modo da poterlo preventivare tra le spese della famiglia.
Comunicato stampa KRUK Italia