ATTUALITA’ – Le manutenzioni stradali sono passate di moda. Evidentemente come un capo firmato, costa talmente tanto riparare una strada che si procede immediatamente a segnalare il problema sulla strada stessa e abbandonarla al suo destino.
E’ ciò che sta accadendo a Velletri, precisamente in via Ettore Moresi, un cittadino ci ha segnalato il manto stradale dissestato, le erbacce lungo i lati della strada e, dulcis in fundo, un tombino dissestato.
Ora, nessuno si stupisce più dei cartelli che avvertono di pericoli vari sulle strade, il più gettonato è quello con su scritto “strada dissestata” che tradotto significa “noi ti abbiamo avvertito che la strada fa schifo, che non abbiamo i solidi per ripararla, che anche se li avessimo ci vorrebbero dei mesi per sistemarla, quindi cavatela da solo”.
Ciò che ancora timidamente stupisce è che il cittadino che segnala un disagio si trova costretto a inviare mail, pec, fare telefonate, ecc. per ottenere un suo diritto, ovvero percorrere una strada in tranquillità. La prima segnalazione per il tombino dissestato sulla strada in questione è stata inviata il 6 giugno ma il tombino sprofondato è lì da aprile o forse anche prima. Nel frattempo le erbacce sono cresciute e stanno creando non pochi disagi, fra i quali, nascondere anche il cartello di pericolo per lavori in corso.
Ovviamente il cittadino in questione non ha ricevuto risposta da nessun ufficio preposto ma solo consigli dalla Polizia Locale di segnalare, segnalazioni cadute nel vuoto.
Via Ettore Moresi è indubbiamente una strada laterale e secondaria ma la sua condizione è sintomatica di un disagio che i cittadini vivono: non sono quasi mai tranquilli nel percorrere, da automobilisti o pedoni una strada perché il manto stradale di quasi tutte è rovinato, se inizia un cantiere c’è pure poca speranza che inizi e se inizia è certo che andrà oltre la data di consegna, non vengono pulite a sufficienza e si attende il primo temporale violento per capire che forse, invece, se i tombini fossero stati puliti non si sarebbero trasformate in piscine.
Una domanda sorge spontanea: i cittadini si lamentano troppo o c’è troppo da lamentarsi? Attendiamo, invano, un riscontro.