Velletri, ciclo di conferenze in occasione del bimillenario Augusteo

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CULTURA – In occasione della mostra “L’ascesa della gens Octavia: da banchieri a imperatori”, che rimarrà allestita presso il Museo Civico O. Nardini fino al 2 marzo 2014, il Museo Civico Archeologico di Velletri, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, propone una serie di incontri di approfondimento sui temi dell’esposizione.

Le conferenze in programma si terranno sempre di venerdì, alle ore 16,30, e saranno seguite da un tea break. Aprirà il ciclo di incontri, il 24 gennaio, con la conferenza “Ottaviano e Cleopatra. L’Egitto, le arti, il mito” il Prof. Giovanni Gentili, curatore della mostra “Ottaviano e Cleopatra. Roma e l’incantesimo dell’Egitto”, attualmente allestita a Roma presso il Chiostro del Bramante.

Seguirà, il 14 febbraio, la relazione del Prof. Stefano Tortorella, curatore della sezione dedicata al lusso nella vita privata dell’aristocrazia augustea all’interno della mostra “Augusto”, oggi allestita a Roma alle Scuderie del Quirinale. Titolo dell’intervento su tale argomento: “Prestigio, lusso, esibizione nella vita privata dell’età augustea: dalle pitture agli stucchi e alle terrecotte, dalle decorazioni e arredi di case, ville e sepolcri agli oggetti e suppellettili di carattere suntuario e d’uso domestico”.

In occasione dell’ultimo incontro, il giorno 28 febbraio, è previsto l’intervento del Soprintendente Archeologo per il Lazio, la dott.ssa Elena Calandra che, insieme alla dott.ssa Micaela Angle, terrà la conferenza: “Velletri al tempo di Augusto”. L’ultimo appuntamento del ciclo, dunque, riguarderà più strettamente la realtà territoriale e si concluderà con una relazione del Prof. Ciro Gravier Oliviero, Presidente del “Comitato Veliterno per le Celebrazioni Augustee”, dal titolo: “Due documenti epigrafici veliterni: il titulus di L. Ottavio Onesimo per la rifazione della via Mactorina e l’iscrizione bilingue del padre di Eliogabalo”. Delle due epigrafi, la prima ormai scomparsa e la seconda oggi conservata ai Musei Vaticani, saranno anche collocate due gigantografie nel monumentale ingresso dei Musei Civici.

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