La discarica di Malagrotta |
ATTUALITA’ – La sentenza è di ieri, il Tar del Lazio ha deciso che la Regione non ha un piano rifiuti adeguato e ora cominciano i guai. Dopo il fallimento sul versante sanità se ne è profilato un altro in quello dei rifiuti. Gli ospedali chiudono, le ambulanze rimangono senza lettighe perchè devono sostituire i posti letto che sono stati tagliati ed ora questa sentenza da il colpo definitivo ad una politica scellerata anche nell’affrontare l’enorme problema dei rifiuti. Come si legge nella sentenza n. 121/2013, giunta dopo il ricorso fatto dai Verdi e dalla Provincia di Latina “Con delibera del proprio Consiglio Regionale n.112 del 10 luglio 2002, la Regione Lazio approvò il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, contenente numerosi profili di criticità, tanto che la Commissione Europea aprì la procedura di infrazione n. 2002/2284, unitamente alla procedura che riguarda la discarica di Malagrotta.(…) Ne è seguito il deferimento della Repubblica Italiana, da parte della Commissione, alla Corte di Giustizia che, con sentenza 14 giugno 2007 (causa C-82/06), ha condannato, ex art. 226 del Trattato, la Repubblica Italiana ai sensi delle citate norme”.
“A sostegno della propria decisione, la Corte ha posto la circostanza che pur avendo la Regione adottato tre piani differenti (un Piano di gestione dei rifiuti, un piano di interventi di emergenza ed un piano di individuazione del siti idonei ad ospitare impianti di termovalorizzazione), i tre documenti non consentivano di individuare i luoghi o gli impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti”. Così si arriva al Piano del 2012 impugnato da Verdi e successivamente da Provincia di Latina e Provincia di Roma, che viene bocciato dal Tar per violazione di legge in quanto la Direttiva Europea sarebbe stata travisata o applicata in maniera illogica. Il Piano impugnato, violando la Direttiva 1999/31/CE e l’art. 7, comma 1, del D.lgs. 13 gennaio 2003 n.36, prevede che i rifiuti vengano collocati in discarica non preventivamente trattati negli impianti di trattamento meccanico biologico. (…) il Piano è stato approvato omettendo di acquisire preventivamente il parere obbligatorio del Comitato tecnico-scientifico per l’ambiente.
“L’Amministrazione regionale ha delineato uno scenario che non consente di perseguire gli obiettivi dettati dalla citata normativa comunitaria, non è rispettoso della gerarchia delineata dall’art. 179 del codice dell’ambiente, non garantisce che tutti i rifiuti conferiti in discarica siano realmente sottoposti a trattamento e che il conferimento avvenga mediante rigidi requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, finalizzati a stabilire misure, procedure e orientamenti volti a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente, ed, in particolare, l’inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del suolo e dell’atmosfera e sull’ambiente globale, compreso l’effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti. Il Piano si rivela, altresì, in contrasto con il principio di precauzione, cristallizzato dall’art.174 del Trattato, che costituisce uno dei canoni fondamentali del diritto dell’ambiente”.
Cosa succederà ora non sappiamo dirlo, sicuramente il nuovo governatore della Regione Lazio che si insedierà tra pochi mesi si troverà con due problemi vecchi: sanità e rifiuti che non solo non hanno trovato una soluzione ma che sembrerebbero complicarsi ulteriormente.