Perché è importante avere una bocca sana? La risposta sembrerebbe ovvia: mangiare, sorridere, parlare ecc. Meno persone si preoccuperebbero de “la malattia focale”. Nella moderna odontoiatria lo studio del cavo orale è divenuto ormai complesso e minuzioso, grazie all’approccio olistico, che schiude orizzonti nuovi e conferisce all’odontoiatria notevoli potenzialità d’intervento, prima assolutamente inimmaginabili. E’ ormai incontestata l’idea che l’apparato stomatognatico (la bocca nella sua totalità) influenza fortemente ed è a sua volta influenzato da tutti gli altri sistemi che compongono l’organismo umano.
E’ evidente quindi che l’odontoiatra può assurgere a risolutore di patologie ritenute, fino ad anni recenti, non di pertinenza odontoiatrica, oppure può individuare cause derivanti da altri apparati. Sempre di più lo specialista in odontoiatria oltre che trattare le malattie che riguardano strettamente l’apparato stomatognatico, si inserisce, a pieno merito, fornendo importanti contributi, quale consulente anche per quelle patologie più complesse che interessano l’organismo intero, soprattutto se sono malattie croniche, recidivanti, con origine sconosciuta, insensibili e persistenti nonostante cure mediche considerate appropriate. La malattia focale o focus consiste in un’ alterazione patologica locale che interessa il connettivo e che interferisce con le attività locali e generali difensive. Solo dopo che le controregolazioni difensive sono diventate insufficienti, si manifesta l’azione a distanza del focus e solo in quel momento ha inizio la malattia focale.
Il focus è quindi un processo patologico molto diffuso; potenzialmente tutte le persone potrebbero esserne portatori e, vista la gravità che ne potrebbe conseguire, si rende necessaria una loro individuazione, soprattutto nei ragazzi, in quanto è fondamentale prevenire future malattie in special modo quelle irreversibili. L’intercettazione, in età evolutiva, di un possibile focus deve essere affidata ad una procedura sistematica e routinaria, rivolta quindi a tutti i giovani pazienti da parte dell’ odontoiatra, il quale è chiamato in causa più di qualsiasi altra figura sanitaria, vista la localizzazione e la frequenza dei focus nell’apparato stomatognatico.
Si distinguono siti focali cefalici e siti extracefalici. I siti cefalici rappresentano il 75% dei foci totali e di questi quasi l’ 80% sono di natura odontogena, pertanto il 65% dei focus totali sono di pertinenza odontoiatrica. Qualsiasi tipo di malattia può essere l’effetto di un focus nascosto e che soltanto la sua scoperta potrà consentire un rapido, significativo e duraturo miglioramento o addirittura la guarigione del paziente. Se consideriamo che in età evolutiva sono frequentissime le tonsilliti e la compromissione delle adenoidi, considerati in tal caso dei focus, è indispensabile che noi medici interveniamo in modo vigile e accurato nella loro ricerca, nei confronti di tutti i bambini che visitiamo.
I foci di pertinenza odontoiatrica si distinguono in:
1) FOCI DENTALI: PULPITI, PRODOTTI DI DEGRADAZIONE PROTEICA DA NECROSI PULPARE, DEPOSITO DI MATERIALE DENTALE INTRAPULPARE, DENTE DEVITALIZZATO, CARIE ATTIVA, GRANULOMA APICALE.
2) FOCI EXTRADENTALI: PARODONTOPATIE, RESIDUI RADICOLARI, DENTE RITENUTO, IMPIANTI ENDOSSEI, MEDICAZIONI POST-CHIRURGICHE, INFEZIONI MICETICHE O BATTERICHE, CORRENTI GALVANICHE, MATERIALI DENTALI, GRANULOMA APICALE, CICATRICI POST-ESTRATTIVE.
Pertanto molte sono le cause di focus odontoiatrico , il quale può rimanere silente e asintomatico fin quando il sistema di difesa di quell’organismo lo consente. A volte basta però un’infezione virale o batterica, un’intossicazione esogena, traumi psichici o fisici etc. per rendere vulnerabile quell’organismo, permettendo una diffusione del focus e creando a distanza (cuore, reni, fegato ecc.) una manifestazione clinica più o meno grave con alterazione patologica del tessuto colpito, definito “LESIONE METAFOCALE”.
Le vie di diffusione possono essere varie:
a) la via ematica: batteri o setticemia in seguito a diffusione di germi vivi per via ematica;
b) Tossico-allergica: il focus produce allergeni che passando in circolo, dopo una prima fase di sensibilizzazione, riescono a scatenare una manifestazione patologica nei tessuti sede di lesione metafocale;
c) Autoanticorpi: a seguito di complessi meccanismi.
Si è ipotizzato anche una via di diffusione neurale e quindi attraverso il sistema nervosa centrale.
Per quanto riguarda le manifestazioni cliniche della malattia focale va considerato il fatto che qualsiasi tipo di tessuto del nostro organismo può essere colpito, pertanto tutte le malattie possono essere direttamente o indirettamente interessate dal focus. Il consulto del dentista diventa ragionevole e opportuno da parte del medico che affronta una malattia complessa, cronica, recidivante, resistente alle terapie, ad origine sconosciuta, se non altro per escludere una causa diretta o indiretta di quella malattia da parte di una lesione focale, presente nel cavo orale, oltre che per valutare la presenza di polimetallismi, amalgama o di una possibile lesione iatrogena.
Il dottor Marco Esposito è laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università di Palermo, iscritto all’Ordine provinciale di Roma dei medici-chirurghi e degli odontoiatri ed esercita presso i suoi studi di Velletri e Roma e presso il Policlinico Gemelli di Roma.
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