Velletri, ricordata la strage di Viareggio con la pièce teatrale “Non c’è mai silenzio”

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Un momento dello spettacolo

CULTURA – Il 29 giugno di cinque anni fa l’Italia veniva sconvolta dalla notizia di un disastro ferroviario che aveva colpito la città di Viareggio causando 32 morti. Erano le 23.50 di una serata estiva come tante altre quando un treno merci che trasporta quattordici cisterne di gas propano liquido deraglia appena entrato nella stazione cittadina a causa della rottura di un’asse; una delle cisterne si ribalta, si squarcia, dal suo interno escono 35mila litri di GPL che nel giro di tre minuti si espandono per tutta via Ponchielli, una stradina situata al di sopra della stazione, e prendono fuoco conducendo alla morte i suoi abitanti. Lo spettacolo, da un lato commemorativo, dall’altro di denuncia alla mancata sicurezza che affligge questi “ treni bomba”, ha avuto luogo presso il Teatro Artemisio Gian Maria Volontè alle 21.30.

Presentato da Dante De Angelis, lo spettacolo, intitolato “ Non c’è mai silenzio” di e con Elisabetta Salvatori e con Matteo Ceramelli al violino e chitarra, è stato incentrato sui pochi momenti prima dello scoppio: le storie di 32 persone che si incrociano alle 23.50, tutte unite dalla sfortuna di trovarsi in quella stradina in quel preciso momento. Si racconta delle degli amici che festeggiano l’arrivo di qualcuno arrivato da lontano, delle giovani coppie tornate da poco a casa dopo una giornata di mare, di chi stava andando a lavorare. Dalle indagini sono emerse gravissime lacune sui controlli e la manutenzione dei carri ed un labirinto di regole e norme, nazionali e comunitarie, che hanno reso complicato anche per la magistratura risalire ai colpevoli. Quattordici cisterne appartenenti a due diverse società straniere, controlli che rimbalzano da una parte all’altra ma che hanno come punto d’incontro l’ultimo controllo effettuato dalle Ferrovie Italiane prima di entrare sul suolo nazionale.

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Le maglie dell’associazione

A distanza di cinque anni proprio in questi giorni è in atto il processo che vede imputate 32 persone, tra cui l’ex Amministratore Delegato delle Ferrovie Mauro Moretti e Michele Elia, nominato al suo posto pochi giorni fa. Una strage annunciata che avrebbe potuto essere di gran lunga peggiore se i ferrovieri, accortisi di cosa era successo, non avessero immediatamente dato l’allarme. L’ incendio non ha causato solamente 32 morti, ma ha colpito tutta la città coinvolgendo le loro famiglie, quelle dei ferrovieri alla conduzione del treno incriminato che non riescono più a condurre una vita normale, e tra loro di chi ha perso il lavoro per aver testimoniato in favore delle famiglie delle vittime.

Proprio queste ultime, chiedendo giustizia, hanno voluto creare un’associazione per chiedere giustizia: a parlarne è stata Daniela Rombi, madre di Emanuela, morta a 21 anni dopo quarantadue giorni di agonia per aver riportato ustioni sul 98% del corpo. Si vuole ottenere giustizia ma soprattutto si vuole evitare che situazioni del genere possano accadere nuovamente: ad oggi si è riuscito ad ottenere la diminuzione a 50 km/h della velocità a cui viaggiano questi treni bomba, ma solo a Viareggio, nel resto d’Italia la velocità rimane quella di 100 km/h, eccessiva per il trasporto di carichi così pericolosi. Due ore di spettacolo intenso ma non basato sulla tristezza, bensì sulla gioia di vivere, i sogni per il futuro delle 32 vittime strappate alla vita troppo presto.

 Concetta Maria Suriana

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