ATTUALITA’ – Presentato a Palazzo Rospigliosi, sede Nazionale della Coldiretti da Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti, Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio, Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes, il terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. La stesura del Rapporto è stata resa possibile anche grazie al contributo documentale proveniente dalle Forze dell’ordine, dalla Magistratura, dalle Istituzioni e dagli Enti che operano sul territorio a salvaguardia del comparto agroalimentare, tutti presenti all’appuntamento con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il Ministro delle politiche Agricole Maurizio Martina, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone.
Tanti i temi toccati dai relatori, con un filo conduttore unico: i crimini agroalimentari impoveriscono il Paese e contribuiscono ad affossare l’economia sana. L’agroalimentare rappresenta un terreno privilegiato di investimento della malavita in tempi di crisi, come dimostrano le indagini più recenti, oggetto per la prima volta del Rapporto. Una inedita analisi sulla dimensione crescente del fenomeno e sulle sue evoluzioni più recenti e più pericolose come l’affidamento di capitali puliti a circuiti illegali, sulle nuove forme emergenti di criminalità, sugli interessi dei colletti bianchi, sulle infiltrazione malavitose dalle campagne alla ristorazione e sul business della sofisticazione e della contraffazione, tutti temi di speciale attenzione ed interesse alla luce del prossimo appuntamento dell’Expo. Uno speciale focus è stato dedicato inoltre ai rischi della rete dove sono in forte crescita gli acquisti ma anche gli inganni, le sofisticazioni e le offerte indecenti che saranno mostrate dal vivo nella prima “Collezione degli orrori on line”. Oggi assistiamo ad una pericolosa evoluzione del fenomeno criminale, quella del money dirtying, esattamente speculare al riciclaggio, attraverso cui i capitali sporchi convergono nell’economia sana; tramite tali meccanismi di money dirtying, almeno un miliardo e mezzo di euro transitano sotto forma di investimento dall’economia sana a quella illegale ovvero circa 120 milioni di euro al mese, 4 milioni di euro al giorno.
Richiamando ancora l’evento dell’anno, Expo 2015, dedicato a “nutrire il pianeta, energia per la vita si sottolinea come si è parlato fino ad ora in buona parte delle infiltrazioni criminali solo in termini di “appalti truccati”, “tangenti” ed “intollerabili ritardi” ma ciò che dovrebbe innalzare il livelli di attenzione è il fatto che il nostro Paese è sotto tiro da parte di organizzazioni criminali nazionali e transnazionali in grado di movimentare nel giro di pochi secondi ingentissime risorse finanziarie derivanti da traffici illeciti planetari di ogni tipo e natura, e tra questi anche traffici illegali di alimenti. L’allarme lanciato è che da questa straordinaria occasione di visibilità per il Made in Italy derivi il rischio di una invasione di migliaia di tonnellate di prodotti e generi alimentari che, attraverso sofisticati meccanismi di alterazione e contraffazione, potrebbero essere messi in commercio e spacciati come prodotti tipici italiani o come eccellenze italiane per un valore che potrebbe superare i 60 miliardi. Ruberie e saccheggi di olive nei campi, ma anche forme di accaparramento e di commercio clandestino dell’extravergine, sono inoltre solo la punta dell’iceberg dei fenomeni di illegalità che rischiano di scoppiare sul mercato del Made in Italy alimentare colpito quest’anno da una vera e propria carestia nei suoi prodotti simbolo. Il mercato europeo dell’olio di oliva, con consumi stimati attorno a 1,85 milioni di tonnellate, rischia di essere invaso dalle produzioni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che non sempre hanno gli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza. Un allarme che riguarda soprattutto l’Italia, che è il principale importatore mondiale di olio ,con il rischio che entrino nel circuito della distribuzione alimentare prodotti fortemente adulterati, manipolati attraverso l’aggiunta di additivi o imbottigliati in maniera fraudolenta. Ancora più incredibile ed inquietante è quanto accade nel mercato illegale del pomodoro.
Negli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione (scorsa legislatura) si legge che arrivano nel nostro Paese dalla Cina milioni di tonnellate di pomodori che diventano strumento di un’imponente opera di contraffazione ai danni del consumatore, il quale trova si ritrova spesso sugli scaffali dei supermercati conserve e barattoli di pomodori riportanti il tricolore italiano, ma contenenti in realtà pomodori provenienti dalla Cina. Un pericolo che va affrontato con stringenti misure di rafforzamento dell’attività di controllo sui flussi commerciali e con una maggiore trasparenza sulle informazioni in etichetta rivelatrice reale dell’origine degli alimenti. Dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina è venuto l’importante annuncio di un grande forum a marzo con gli Enti di controllo europei e internazionali per costruire un maggiore coordinamento di tutte le agenzie che lavorano per combattere un fenomeno come quello dell’italian sounding che sottrae 60 miliardi di euro all’anno al vero Made in Italy agroalimentare. Estremamente positiva è anche la volontà del Ministro della Giustizia Andrea Orlando di costituire di un gruppo di lavoro per la revisione della normativa sugli illeciti agroalimentari; una esigenza volta a supportare lo straordinario lavoro di tutte le forze impegnate nel contrasto alla criminalità nel settore che garantiscono all’Italia il primato europeo nell’attività di controllo come risulta dall’audit condotto dalla Commissione Europea nella valutazione dei sistemi di controllo a livello di mercato con riguardo a Dop/Igp e Stg.