POLITICA – Grazie al progetto “L’orto e il vivaIo” il Comune di Valmontone si appresta a formare e ad avviare al lavoro, nel settore agricolo e florovivaistico, cinque ex detenuti, che si occuperanno della produzione di piantine da orto e piante ornamentali da utilizzare per gli arredi a verde e nei giardini pubblici. L’iniziativa è stata presentata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, dal Sindaco di Valmontone Alberto Latini, dal vice Sindaco Eleonora Mattia (delegata alle Politiche Sociali), dall’assessore all’Ambiente Veronica Bernabei e dalla dottoressa Lucia Margaritelli della Coop La Sonnina. Il progetto “L’orto e il vivaIo” beneficerà di un finanziamento di 50mila euro della Regione Lazio del bando “Innova Tu”. L’iniziativa – incentrata sul reinserimento sociale e lavorativo di soggetti a fine detenzione – è stata realizzata insieme alla Cooperativa Sociale Gestcom, alla Cooperativa La Sonnina e all’associazione L’umana Dimora, in sinergia con il carcere di Rebibbia.
Su un terreno agricolo comunale sarà realizzata una serra dove i lavoranti, dopo la formazione curata da due tecnici agronomi, produrranno piante da orto ed ornamentali. L’Amministrazione comunale sosterrà il progetto creando un circolo virtuoso che, attraverso la filiera corta, permetterà di creare un mercato per i prodotti del vivaio. Al progetto partecipano anche l’Università Agraria di Valmontone, che fornirà altri terreni, e la Coldiretti Roma, per promuovere con la rete dei Farmer’s Market di Campagna Amica i prodotti del vivaio.
“Questo progetto – commenta Eleonora Mattia, vice sindaco e assessore alle politiche sociali – nasce dalla volontà di essere vicini alle situazioni di disagio superando il solito assistenzialismo con un percorso di inclusione sociale che restituisce dignità alle persone. In questo caso il progetto consente agli ex detenuti un reinserimento nel mondo del lavoro. L’auspicio è che il vivaio diventi presto autonomo e sia un punto di riferimento per rendere più bella e vivibile Valmontone”.
“Regione Lazio e Comune di Valmontone hanno fatto una scelta coraggiosa – ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni–: investire sul recupero degli ex detenuti. Secondo i dati del DAP, a fine 2014, in Italia i detenuti lavoranti erano 14.450 su 54.500 reclusi. L’84% di questi, 12.226 detenuti, lavoravano alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria. Anche se il Lazio è la seconda regione per numero di detenuti lavoranti (1518) dietro la Lombardia (2327) e davanti a Campania (1491) e Sicilia (1189), giudico questi numeri incoraggianti ma insoddisfacenti. Istruzione e lavoro sono le migliori armi a nostra disposizione per sconfiggere la cultura della illegalità e per avviare, in carcere, il percorso di recupero dei detenuti stabilito dall’articolo 27 della Costituzione. Su istruzione e lavoro il Garante ha investito molto: basti pensare che il nostro “Modello Lazio” ha consentito di incrementare, in dieci anni, del 600% il numero di detenuti iscritti all’Università e di avviare al lavoro, tramite le coop sociali oltre mille ex reclusi».
“E’ il nostro modo di interpretare le politiche sociali – sottolinea il sindaco Alberto Latini – ai 5 posti per ex detenuti se ne aggiungono ulteriori 5 con l’altro progetto, anch’esso con la Regione Lazio, per l’inclusione sociale e lavorativa di disabili psichici e fisici di lieve entità che, attraverso i cosiddetti ‘buoni voucher’, potranno prendersi cura della città, sistemando e accudendo parchi e giardini”.