CULTURA – Realtà artistiche locali, nate spesso per hobby e svago, ma che possono racchiudere un notevole potenziale. Questo, in sintesi, è quanto offre la mostra, inaugurata giovedì 1 ottobre a Grottaferrata, presso la Sala conferenze della Biblioteca comunale “Martellotta”. Pittura, scultura, fotografia, ma anche tradizioni, leggende locali e riscoperta delle origini. Chi visiterà l’esposizione, potrà venire a contatto con tutto questo, e non solo. A curare l’evento, patrocinato e sostenuto dall’Amministrazione comunale di Grottaferrata, due importanti realtà associative dei Castelli Romani. Si tratta di “Ostrakon”, associazione genzanese no profit da molti anni sul campo, attiva tramite collaborazioni con i Comuni, corsi e iniziative, e dell’associazione culturale “I castellani di Vittoria Colonna”, di Marino. Arte, storia e cultura, nell’ottica degli organizzatori, sono dunque basilari per unire le diverse sfaccettature del nostro territorio.
«Vogliamo far conoscere la nostra arte e invogliare i cittadini a scoprire nuove realtà dietro cui si celano duro lavoro e risultati notevoli – ci ha spiegato Carlo Bianchi, Vicepresidente di “Ostrakon” -. Ogni artista presente in questa esposizione ha una peculiarità che lo rende interessante: dalle sculture lignee in bassorilievo di Mario Verolini e Domenico Ubaldi, passando per i paesaggi, le nature morte e gli affascinanti chiaroscuri “caravaggeschi” di Saverio Patriarca, Adele Giuiani, Barbara Serra e Liana Crescenzi. Tutti i nostri allievi – ha detto ancora Bianchi – sono mossi da passione e voglia di esprimersi, mettendo insieme le proprie esperienze, in pieno spirito associativo».
Ed è stata proprio questa l’atmosfera che abbiamo colto parlando con Bianchi e con il maestro Verolini, presenti durante la nostra visita. Colpiscono, infatti, i bassorilievi di quest’ultimo, intagliati finemente su pannelli di legno, a rappresentare in maniera affascinante soggetti e paesaggi del nostro territorio. È il caso dell’Abbazia di San Nilo, riprodotta in tutta la sua maestosità con una scultura che ne esalta profondità e prospettiva, e che sembra davvero far toccare i bastioni e le mura. «Si tratta di una tecnica di lunga realizzazione – ci ha spiegato Verolini, parlando dell’origine dei suoi lavori – perché il legno va scolpito nei minimi dettagli senza farlo rompere. Spesso, per necessità, mi sono trovato anche a utilizzare strumenti di provenienza quotidiana, oltre ai classici scalpelli, aguzzando l’ingegno per dare al legno l’effetto che volevo». Ad arricchire l’evento di Grottaferrata, poi, sono anche due realtà artistiche non castellane. Si tratta del fotografo Carlos Caballero Farfan e del pittore Leonardo Aguaslimpias, entrambi colombiani.
Minuziosa la cura del primo nell’offrire allo spettatore scatti dai perfetti contrasti di luci, ombre e riflessi, che ritraggono principalmente panorami, monumenti e luoghi simbolo di Roma. Arte italiana e tradizione, ma unite a una forte connotazione moderna e locale, sono invece le caratteristiche suggerite dalle opere di Aguaslimpias. Nei suoi dipinti, infatti, coesistono donne formose di chiara origine sudamericana insieme a sculture e quadri emblematici del bagaglio artistico della nostra Penisola, dal David alla Gioconda leonardesca.
Nel corso delle tre settimane di mostra, infine, sono previsti anche due importanti eventi, promossi sempre nell’ottica di una divulgazione culturale il più possibile completa. Storia e tradizioni, in questo caso, saranno le vere protagoniste. Il primo appuntamento è fissato per martedì 13 ottobre alle 16:30, quando l’architetto Giuliano Di Benedetti presenterà i suoi libri “La via di Dante” e “Dalla Pèntima del Piccione”. Si tratta di due opere dedicate al leggendario “Nemus”, il bosco sacro alla dea Diana, fulcro e culla dell’antica civiltà romana e di tutta la zona dei Castelli. I movimenti patriottici e rivoluzionari in Italia saranno poi al centro dell’incontro di sabato 17 ottobre alle 16:30, presentato dall’esperto di storia e numismatica Floriano Moriccioli e dedicato proprio a quel periodo fondamentale della nostra storia.
Lorenzo Mattia Nespoli