Egiziani sposati per il permesso di soggiorno

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CRONACA – Questa mattina all’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato 18 persone, 13 cittadini italiani e 5 stranieri provenienti da Marocco, Siria e Romania (8 uomini e 10 donne). In 14 sono accusati di avere avviato un’attività volta al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed alla permanenza sul territorio italiano di cittadini stranieri, dietro pagamento di ingenti somme di denaro. Per altri quattro, ai quali va aggiunto anche uno già compreso tra i 14 l’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno consentito di accertare che i primi 14  indagati procuravano l’ingresso illegale dalla Grecia in Italia di stranieri, prevalentamente originari del medio oriente, e organizzavano anche per costoro matrimoni simulati con cittadine italiane in modo da far ottenere la carta di soggiorno per motivi familiari.

I matrimoni venivano contratti all’estero e successivamente regolarizzati in Italia per attivare la procedura di rilascio della carta di soggiorno. Nel corso dell’attività investigativa, sono state sequestrate numerose copie di documenti di identità egiziani e copie di certificati di matrimoni tra cittadine italiane e cittadini egiziani e la documentazione di unioni civili presso i comuni di Roma, Pomezia e Ardea. Quali promotori e organizzatori dei viaggi e dei matrimoni “combinati”, che potevano raggiungere il costo di 10.000 Euro, sono stati individuati 2 cittadini siriani, coadiuvati dalle condotte di molteplici donne italiane che per il loro ruolo percepivano 500 Euro a viaggio.

In particolare, le donne giungevano in Grecia con biglietti che erano stati preventivamente acquistati con carte di debito intestate ai cittadini siriani, ma solo dopo avere già interessato un referente di origine egiziana sul posto, il quale individuava i clienti e cioè gli uomini interessati a raggiungere l’Italia, ai quali far contrarre matrimonio. Tramite un ulteriore intermediario in loco, venivano anche forniti documenti falsi agli stranieri in partenza. Le donne raggiungevano i clandestini e facevano ritorno in Italia, giungendo in porti ed aeroporti, che variavano di volta in volta. All’atto della partenza e allo sbarco, per evitare i controlli, il clandestino e la donna, simulavano una relazione sentimentale spacciandosi per fidanzati o per semplici amici.

 Si è, inoltre, accertato che i due siriani seguivano interamente la pratica relativa ai matrimoni che venivano celebrati in Egitto mediante un contatto in loco e successivamente adoperandosi affinché lo straniero, una volta in Italia, potesse ottenere la carta di soggiorno, spesso accompagnandolo di persona ed unitamente alla “moglie italiana”, con la quale aveva contratto matrimonio poco tempo prima, presso gli uffici competenti per il disbrigo delle incombenze relative al rilascio della carta di soggiorno, ai fini del ricongiungimento familiare. Dopo il previsto periodo veniva avanzata richiesta di divorzio.

Nell’ambito delle stesse indagini, i Carabinieri hanno accertato che gli ulteriori 5 indagati, tra i quali uno già compreso tra i 14 precedenti, gestivano una costante attività di spaccio di sostanze stupefacenti in spiaggia, lungo il litorale pometino e romano, e presso il complesso popolare del comune di Ardea denominato “Salzare”.Durante l’attività investigativa i Carabinieri sono riusciti a disarticolare alcuni gruppi criminali, operanti nelle zone di Ardea e sul lungomare di Torvaianica ed in località Campo Ascolano, che avevano messo in piedi una fiorente attività di spaccio, giovandosi, per ostacolare i militari nell’attività di contrasto, dell’impiego di vedette e di utenze cellulari intestate a soggetti fittizi, effettuando le cessioni in spiaggia ed in posti di volta in volta diversi e sotterrando lo stupefacente all’interno della fitta boscaglia della pineta di Campo Ascolano come tra l’altro già ampiamente riscontrato con la precedente indagine degli stessi Carabinieri della Compagnia di Pomezia del 2013, denominata “Dune Selvagge”.

Uno dei principali punti di spaccio dei gruppi criminali era rappresentato dalle dune presenti tra Torvaianica e Capocotta, ove il cliente, dopo numerosi contatti telefonici veniva raggiunto da collaboratori dello spacciatore, i quali lo indirizzavano dapprima verso una persona addetta a ritirare il corrispettivo in denaro della dose, quindi da quest’ultimo il cliente veniva inviato presso una duna ove stazionava un’altra persona addetta alla consegna materiale della sostanza stupefacente, nascosta in sacchetti tra la vegetazione delle dune ed in alcuni casi sotto la sabbia.

Nel corso delle perquisizioni che hanno visto impiegati oltre 150 carabinieri, anche unità cinofile e un elicottero, è stato arrestato, in flagranza di reato, un italiano, di 28 anni, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio e possesso ingiustificato di armi improprie. Nel corso della perquisizione i militari hanno sequestrato circa 11 kg di marijuana e 2 di hashish. Le persone colpite da ordinanza di custodia cautelare in carcere e quello arrestato in flagranza di reato sono stati associati presso la Casa Circondariali di Velletri a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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