POLITICA – Una battaglia difficile e di lunga data, quella portata avanti da cittadini, associazioni, comitati e da alcuni rappresentanti politici marinesi contro la cementificazione al Divino Amore. Quindicimila nuovi abitanti, per oltre un milione e 300mila metri cubi di cemento sono i numeri di un progetto più volte definito poco sostenibile, esagerato e rischioso per il bene pubblico. Una sorta di “Marino 2”, il quartiere pensato e voluto dalle Giunte Palozzi e Silvagni tra le frazioni di Santa Maria delle Mole, Frattocchie e il Comune di Roma.
Oltre a insistere su una zona di rilevante interesse storico-archeologico, infatti, la massiccia cementificazione prospetterebbe ai cittadini delle frazioni marinesi, già provate da decenni di sviluppo edilizio, problemi legati anche al dissesto idrogeologico. La zona dei Castelli Romani è molto fragile da questo punto di vista, e un’area urbanizzata di tale portata potrebbe renderla ancora più a rischio, compromettendo la qualità della vita.
Legambiente, Argine Divino Amore, Assemblea contro la cementificazione, Italia Nostra Castelli Romani, insieme a molte altre Associazioni e Movimenti locali, hanno a tal proposito preso parte a un incontro necessario a fare il punto su questa situazione. Dallo scorso dicembre, infatti, il Commissario prefettizio Enza Caporale non ha ancora ricevuto queste rappresentanze, nonostante le ripetute richieste portate avanti dai cittadini e gli impegni assunti dalla stessa rappresentante comunale a riguardo.
Quello che adesso preoccupa gli abitanti delle zone interessate è l’apertura dei primi cantieri nell’area archeologica di Mugilla. Oltre alla mancata riconvocazione delle rappresentanze, dunque, le critiche mosse alla Caporale vertono anche sul fatto che il Commissario non ha ancora reso noto alcun verbale dell’incontro di dicembre, oltre a non aver fornito risposte su questioni specifiche riguardanti l’illegalità e le criticità del progetto.
I cantieri dove sono iniziati i lavori di recente, poi, rientrerebbero nelle aree sottoposte ai ricorsi al Tar, su cui ancora il Tribunale non si è pronunciato. Dall’assemblea, a tal proposito, è emerso che potrebbero esistere documenti e atti recenti del Comune relativi proprio all’avvio delle costruzioni. Uno scenario grave, che significherebbe minor trasparenza rispetto al passato, quando i Consiglieri di opposizione potevano accedere alla documentazione. L’insediamento del Commissario, tuttavia, dovrebbe garantire un’amministrazione “super partes” e lontana da logiche personalistiche o di partito. Per questi motivi, già dai prossimi giorni, le forze civiche presenti all’incontro hanno annunciato iniziative concrete, rivolte sia alla Caporale che al Prefetto, chiedendo un sostegno reale ai rappresentanti politici presenti.
Su quest’ultimo aspetto, potrebbero mutare gli scenari, data la campagna elettorale e le scelte della coalizione di “centrosinistra” di farsi rappresentare da Oriano De Luca, ex sostenitore di Bartoloni, già Assessore all’urbanistica della Giunta Silvagni. Un argomento, quello del Divino Amore, su cui, da questa nuova rappresentanza – a cui hanno aderito Pd, Sel, PcdI e altre forze dell’ex Ucs – non sono arrivate ancora risposte chiare. Di certo, a fianco di questa battaglia si sono confermati l’ex Consigliere Adolfo Tammaro (Movimento per il cambiamento), insieme a Carlo Colizza e Marco Cacciatore (anche loro ex Consiglieri comunali, tra le file del Movimento 5 stelle), oltre a Marco Comandini, Segretario locale dell’Italia dei Valori.
Lorenzo Mattia Nespoli