ATTUALITA’ – Torna nuovamente al centro delle cronache la dibattuta questione del raddoppio del tratto ferroviario Ciampino – Velletri. Un tema di cui si parla da anni, viste le difficili condizioni in cui sono costretti a viaggiare ogni giorno migliaia di pendolari che dai Castelli Romani si spostano verso Roma. Sovraffollamento dei convogli e ritardi sono all’ordine del giorno, nei 42 km su rotaia che separano Velletri dalla Capitale.
La richiesta che spesso è stata cavalcata e caldeggiata da comitati, partiti e movimenti politici è quella dell’aggiunta di un secondo binario, da realizzare nella tratta successiva a Ciampino. Ed è anche su questo che ha insistito la nota di qualche giorno fa, sottoscritta da nove Comuni della zona, e indirizzata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Delrio, al Presidente della Regione Lazio Zingaretti e a Ferrovie dello Stato.
Genzano, Albano, Castel Gandolfo, Ciampino, Lanuvio, Marino, Ariccia, Nemi e Velletri. Queste le realtà territoriali che si sono mosse ufficialmente per chiedere l’attuazione del raddoppio. Sindaci – e Commissari prefettizi, nei casi di Ariccia e Marino – si sono mostrati uniti nell’intervenire su «una situazione non più prorogabile», come ha scritto il Primo cittadino genzanese Gabbarini. «L’obiettivo – hanno scritto i Sindaci – è di aumentare la frequenza del trasporto ferroviario sulla Roma – Velletri, fino a un treno ogni 15 minuti, e offrire un’alternativa ai pendolari, affinché lascino la macchina a casa».
Propositi che, secondo i firmatari della nota, dovrebbero concretizzarsi tramite vari step. Dapprima, infatti, sarebbe necessario inserire due nuove corse, una in direzione Roma tra le 7:30 e le 8:30, e un’altra verso Velletri, tra le 20:30 e le 22. Inoltre, si propone il prolungamento della linea Atac 20, da Anagnina alla stazione Fs di Capannelle, cosa che permetterebbe la connessione fra treno, Università e Policlinico di Tor Vergata. Da ultimo, il famigerato raddoppio, da completare entro il 2024 e sul quale, tuttavia, si rendono necessarie alcune riflessioni.
Come spesso è stato fatto notare a chi sostiene questo progetto, infatti, all’atto pratico raddoppiare una linea come la Ciampino – Velletri non è affatto una cosa semplice. Rotaie che corrono a ridosso di aree archeologiche, strade già esistenti, condomini, case e ponti sono “ostacoli” che presupporrebbero interventi radicali. D’altro canto, il raddoppio comporterebbe l’abbattimento degli incroci dei treni nelle stazioni di scambio, come Ciampino, e dunque eviterebbe i ritardi “a catena” che oggi affliggono la tratta.
Positività che vanno a scontrarsi con difficoltà e criticità obiettive, e sulle quali dai sostenitori del raddoppio non giunge la necessaria chiarezza. Come si concilierebbe, infatti, un treno ogni 15 minuti con i passaggi a livello che passano in pieno centro a Pavona o Santa Maria delle Mole, e che già arrivano a bloccare l’Appia o la Nettunense negli orari più trafficati? Se davvero si perseguisse il progetto del raddoppio, gli interventi sulla viabilità avrebbero portate enormi, comportando investimenti altrettanto cospicui per i Comuni.
Senza contare che, nel caso del Fosso di San Tommaso – tra Velletri e Sant’Eurosia -, si renderebbe necessaria la costruzione di un secondo viadotto. Vantaggi sì, ma altrettanti disagi, per un progetto che sembra davvero difficile da sostenere, al di là delle prese di posizione ottimistiche degli amministratori locali, in realtà urbane che già risultano provate da numerosi altri problemi.
Lorenzo Mattia Nespoli