Frascati, l’accelleratore di particelle dei laboratori INFN è luogo storico

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Il primo accelleratore di particelle di Frascati

CULTURA – Il Sindaco Stefano Di Tommaso, il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Ciuffa e l’assessore alle Politiche Culturali Gianpaolo Senzacqua hanno partecipato ieri mattina, nei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, all’evento promosso dalla European Physical Society per celebrare ADA, il primo acceleratore particelle-antiparticelle del mondo. Presenti il Direttore dei Laboratori Nazionali di Fisica Umberto Dosselli, l’Assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Lazio Guido Fabiani, il Prof. Giorgio Salvini – ex presidente INFN ed ex Ministro della Ricerca, il Prof. Carlo Bernardini, professore emerito Università Sapienza di Roma, il Prof. Fernando Ferroni, Presidente INFN e la Prof.ssa Luisa Cifarelli, Presidente della Società italiana di Fisica (SIF) e Vice Presidente della Società europea di Fisica (EPS).

L’Anello di Accumulazione ADA,  ha rappresentato una rivoluzione per la fisica delle particelle portando, in mezzo secolo, alla costruzione di circa 30.000 acceleratori tra cui il gigantesco LHC del Cerna di Ginevra e oggi ha ricevuto un importante riconoscimento dalla European Physical Society (EPS): la designazione a luogo storico.

«Quello ricevuto dalla European Physical society è un ulteriore riconoscimento conferito ai laboratori di Frascati, diretti meritoriamente da Umberto Dosselli, e alle macchine che hanno avuto un ruolo particolarmente rilevante nella storia della fisica nel mondo – dichiara il Sindaco Stefano Di Tommaso –. I laboratori hanno dato alla Città di Frascati un grandissimo impulso culturale ed internazionale che, negli anni ’50, grazie alla costruzione del primo acceleratore italiano, noto come l’elettrosincrotrone di Frascati, videro l’arrivo dei primi ricercatori capitanati da Giorgio Salvini, allora trentenne, che dopo essere stato Presidente dell’Accademia dei Lincei e Ministro della Ricerca, è tornato a ricordarci come accaduto ieri, quanto audaci e pioneristici furono quei tempi, condivisi con Gilberto Bernardini, allora Presidente dell’INFN e Edoardo Amaldi, allievo di Enrico Fermi, per  la nascita dell’area di ricerca di Frascati. Ricordo le parole di Salvini nella sua autobiografia: “Ne stavamo discutendo con passione e già si avanzano le candidature di alcune Città come Milano e Roma, quando nel 1954 il Sindaco di Frascati ci fece sapere che era disponibile a cedere un’area. Andai a visitarla. La vista era stupenda al tramonto: filari di viti destinati a diventare il famoso vino. Chi avrebbe potuto immaginare che nel 1959, in questi stessi campi si sarebbe materializzato il Laboratorio con gli edifici e il Sincrotrone già in funzione?”».

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Oggi nell’area di ricerca di Frascati, oltre quelli dell’Infn, ci sono i laboratori dell’Enea, il Cnr, l’Esa Esrin, l’Inaf e oltre 3.000 ricercatori operano costantemente in collaborazione con le tre università romane, istituti di ricerca nazionali ed internazionali. Il seme gettato negli anni ’50 con il tempo è cresciuto grazie all’avvicendarsi di ricercatori e tecnici provenienti da ogni parte del mondo e a personalità illustri come Bruno Touschek, Giorgio Ghigo, Gianfranco Corazza, Peppino Di Giugno, Romano Toschi,  Bruno Brunelli, Livio Gratton, Nicola Cabibbo, Felice Ippolito, Carlo Rubbia e molti altri, che hanno contribuito a trasformare questa vasta area di Frascati nel cuore della ricerca italiana, che riveste un ruolo fondamentale anche a livello internazionale per la presenza di importanti progetti europei strutturali, quali ESA e EURATOM, e per la partecipazione ad importanti progetti di ricerca a livello mondiale, come LHC, ITER, LBT, ELT.

«Strettissimo è inoltre il legame con altri laboratori degli enti presenti sul territorio nazionale – afferma l’Assessore alle Politiche culturali Gianpaolo Senzacqua –  che rendono l’area anche un importante esempio delle principali attività di ricerca del nostro Paese. Gran parte delle attività svolte in quest’area sono legate da una rilevante e condivisa storia scientifica ad oggi testimoniata da antichi strumenti e che ricercatori e tecnici, “figli” scientifici dei padri fondatori di quest’area di ricerca, portano avanti in un percorso in continua evoluzione». «Da anni – aggiunge il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Ciuffa – questi laboratori e istituzioni di ricerca lavorano congiuntamente attraverso attività di comunicazione e diffusione della cultura scientifica per le scuole ed il largo pubblico, raccogliendo importanti risultati e contribuendo a rendere Frascati epicentro della realtà scientifica italiana.

 «Open Day, la Settimana della Scienza e la Notte Europea dei Ricercatori, giunta alla sua ottava edizione, promossa dall’Associazione Frascati Scienza – voluta dall’Amministrazione Comunale e da tutti gli enti di ricerca – presieduta da Giovanni Mazzitelli, mostre, seminari, dibattiti, stage per studenti, orientamento, corsi di formazione per i docenti delle scuole superiori – prosegue il Sindaco –  sono solo alcune delle attività che tutto l’anno coinvolgono scuole e largo pubblico, promosse anche dalle associazioni del nostro territorio ATA e Eta Carinae. Tra le varie attività le visite nei laboratori, sono quelle che riscuotono da sempre maggior interesse e gradimento da parte di giovani e meno giovani,offrendo la possibilità di toccare con mano gli strumenti ed osservare dal vivo i ricercatori al lavoro e di interagire e condividere con loro dubbi e perplessità. Mi auguro conclude Di Tommaso – che l’iniziativa di oggi possa rappresentare un ulteriore momento di riflessione sull’importanza del patrimonio scientifico-culturale e sulla necessità che  le istituzioni diano più spazio e mezzi alla ricerca, soprattutto per favorire i giovani ricercatori».

COS’E’ ADA

L’Anello di Accumulazione (ADA) fu costruito a Frascati nel 1961 da un gruppo di giovani ricercatori guidati dal fisico austriaco Bruno Touschek che aveva avuto un’idea rivoluzionaria.  Realizzare un anello in cui far circolare, accelerandoli in senso opposto, due fasci di particelle (elettroni e positroni), per poi farli scontrare e produrre, nelle collisioni, nuove particelle. Lo stesso principio con cui funziona LHC, suo gigantesco discendente, in cui però si fanno scontrare fasci di protoni. L’anno successivo ADA venne spostata a Orsay in Francia al LAL (Laboratoire de l’Accélérateur Linéaire) dove fu possibile testarla a più alte intensità; questo trasferimento segnò l’inizio della sperimentazione nella fisica delle collisioni tra gli elettroni e le loro antiparticelle, i positroni.

Successivamente presso i Laboratori Nazionali dell’INFN furono costruiti gli acceleratori Adone (1969) e Dafne (1999) che hanno dato contributi fondamentali allo sviluppo della fisica delle particelle elementari. Pur avendo avuto una vita scientifica breve, ADA rimane una pietra miliare della storia della scienza perché è stata il capostipite di generazioni di acceleratori, oggi nel mondo se ne contano 30.000, che oltre ad aver aperto la frontiera della conoscenza dell’infinitamente piccolo rappresentano ormai un importante strumento nel mondo dell’industria e della medicina. Dopo oltre mezzo secolo, nell’anno del Nobel per la Fisica a Englert e Higgs, reso possibile grazie alle scoperte ottenute a LHC, ADA è stata inserita tra i luoghi segnalati per il loro interesse storico dalla European Physical society (EPS). 

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