Tutti i piloti romani nella storia della Formula 1

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Se la Ferrari è riconosciuta ancora oggi come una delle scuderie più importanti della storia dell’automobilismo, altrettanto non si può dire del prestigio dei piloti italiani, che solo in alcune rare occasioni lontane nel tempo sono riusciti a togliersi soddisfazioni degne di nota.

Nell’ambito della Formula 1, comunque, è stata soprattutto la città di Roma a far emergere alcuni grandi talenti abili a destreggiarsi sulle quattro ruote. Non si può non ricordare ad esempio Piero Taruffi, ingegnere e collaudatore, attivo nel settore dagli anni ‘20 fino alla seconda metà degli anni ‘50. La “Volpe argentata”, così come era chiamato per la chioma bianca, si distinse prevalentemente nelle grandi corse stradali del passato come la Targa Florio, la Carrera Panamericana e la Mille Miglia. In totale Taruffi ha disputato 19 Gran Premi in Formula 1, vincendone uno e piazzandosi terzo nel 1952.

Luigi Musso, invece, era un esponente della ricca borghesia romana, attivo negli anni ‘50 con la Maserati prima e con la Ferrari. Proprio quando la sua carriera sembrava essere arrivata all’apice, Musso perse la vita durante un Gran Premio di Francia all’età di soli 34 anni, nel tentativo di inseguire il compagno di squadra Mike Hawthorn. Musso finì in un fossato situato all’esterno della Curva del Calvario del Circuito di Reims e morì poche ore più tardi. Alla fine il titolo mondiale di quell’anno andò proprio ad Hawthorn. Il miglior risultato di Luigi fu il terzo posto ottenuto nel 1957. Su 24 Gran Premi, arrivò una sola vittoria.

Un altro grande pilota romano fu Ignazio Giunti, considerato un fenomeno con l’Alfa GTA negli anni ‘60. Fu uno dei migliori piloti italiani di quel periodo, tanto che nel 1970 Enzo Ferrari gli propose di esordire in Formula 1. Anche lui, però, trovò la morte a causa di un brutto incidente in pista, precisamente a Buenos Aires, un anno dopo: Giunti aveva esaurito il carburante e mentre provava a tornare ai box avvenne uno scontro con un’altra vettura, tale da provocare un incendio che lo ustionò. In totale Giunti riuscì a correre solo 4 Gran Premi, mettendo a referto 3 punti.

Anche Elio De Angelis fu vittima di un incidente mortale, ad appena 28 anni. Nel corso di una serie di prove sul circuito francese “Paul Ricard” a Le Castellet, l’alettone posteriore della sua auto si staccò mentre il pilota correva ad alta velocità e dopo essere finita contro una barriera la vettura si incendiò. L’elicottero d’emergenza si presentò con notevole ritardo perché si trattava soltanto di un evento privato e non era prevista la presenza dei soliti mezzi di soccorso. In carriera De Angelis vinse 2 dei 109 Gran Premi disputati, classificandosi al terzo posto della graduatoria finale del campionato mondiale nel 1984.

Anche Emanuele Pirro ha conseguito qualche risultato interessante, conquistando in 5 occasioni la 24 Ore di Le Mans, senza brillare però in Formula 1, dove non è mai andato oltre la diciottesima posizione, gareggiando in 40 Gran Premi. Andrea De Cesaris, invece, ha corso in 214 Gran Premi ed è giunto ottavo nel 1983. Se c’è un pilota romano che più di tutti ha infiammato i cuori dei capitolini nella storia della Formula 1, però, quello è senz’altro Giancarlo Fisichella, che pur non essendo mai stato in corsa per un titolo mondiale ha saputo sfornare prestazioni di ottimo livello a cavallo tra il secondo e il terzo mondiale, rivelandosi un costante outsider dei favoriti per molte stagioni.

Non era certamente al top tra pronostici come avviene oggi per Max Verstappen, vero e proprio dominatore delle quote scommesse specifiche della F1, ma “il Fisico” sapeva farsi valere con un rendimento più che soddisfacente, che gli valse il quarto posto nella classifica finale del 2006. Nelle ultime 5 gare della sua carriera Fisichella si tolse anche la soddisfazione di correre per la Ferrari.

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