Castelli: chiudono le sedi dei tribunali più piccoli. Competenza solo a Velletri

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ATTUALITA’ – Il cambio “epocale” come l’ha definito il Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, si sta attuando inesorabilmente.
I Tribunali cosiddetti piccoli stanno smobilitando i loro uffici, restituendo le pratiche agli avvocati, trasferendo le loro competenze ai Tribunali maggiori. Il decreto legislativo con il quale si è dato avvio alla riforma della geografia giudiziaria prevede 1) la soppressione di tutte le 220 sedi distaccate di tribunale, confermando così l’iniziale previsione; 2) la riduzione e l’accorpamento di 31 tribunali e di 31 procure. Rispetto allo schema di decreto approvato il 6 luglio scorso, il Governo ha deciso di mantenere i presidi giudiziari nelle aree ad alta infiltrazione di criminalità organizzata (Caltagirone e Sciacca in Sicilia; Castrovillari, cui sarà accorpato il tribunale di Rossano, Lamezia Terme e Paola in Calabria; Cassino, cui sarà accorpata la sezione distaccata di Gaeta nel Lazio) e di dotare di un ufficio di Procura anche il Tribunale di Napoli nord; 3) la soppressione di 667 uffici di giudici di pace, mantenendo – rispetto alla previsione iniziale – un giudice di prossimità in sette isole (Ischia, Capri, Lipari, Elba, La Maddalena, Procida, Pantelleria) in modo da consentire anche l’eventuale deposito di atti urgenti in casi di irraggiungibilità dalla terraferma; 4) la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati restanti, per i quali non sono previsti nè esuberi nè messa in mobilità. 
 
Nel Lazio chiuderanno le sedi distaccate di Ostia (Roma), Sora (Frosinone), Bracciano (Roma), Alatri (Frosinone), Anagni (Frosinone), Gaeta (Latina), Terracina (Latina), Poggio Mirteto (Rieti), Castelnuovo di Porto (Roma), Palestrina (Roma), Albano Laziale (Roma), Anzio (Roma), Frascati (Roma), Civitacastellana (Roma), Montefiascone (Viterbo). 
 
Secondo un comunicato diramato dal Ministero della Giustizia, dopo una settimana dall’avvio degli accorpamenti su 420 sedi toccate dalla riforma, solo 25 sedi, pari al 6 per cento del totale, stanno incontrando problemi di varia rilevanza. In particolare 13 sedi accorpanti hanno problemi di spazio; 6 sedi accorpate hanno subito ritardi a causa delle manifestazioni di protesta e altre 6 hanno ricevuto azioni legali di opposizione al trasloco e al trasferimento del personale. Complessivamente, vista la complessità e la vastità dell’operazione (soppressi 30 tribunali, 30 procure, 220 sezioni distaccate e 667 giudici di pace; recupero di 2300 magistrati e oltre 7000 amministrativi da impiegare in modo più efficiente) è stato un inizio più che incoraggiante. 
 
Non così per l’Anai (Associazione Nazionale Avvocati Italiani) che con un suo comunicato ha criticato fortemente l’accellerazione, o presunta tale, del taglio dei Tribunali. Secondo il presidente Maurizio De Tilla: “con questa riforma migliaia di processi sono finiti negli scatoloni con previsioni ignote. La giustizia è allo sbando per colpa dell’ottusità del Ministero della Giustizia. Smantellati Tribunali e Sezioni distaccate che smaltivano i processi pendenti e che oggi sono desertificati. Paradossalmente il Ministero della Giustizia, con un’azione di forza, è riuscito in pochi giorni a distruggere processi in via di soluzione. Si preannunciano class actions e azioni di danni da parte dei cittadini i cui diritti sono stati cancellati con la violenza di un potere cieco. L’offesa alla giustizia non ha precedenti. E le reazioni che già ci sono state non mancheranno. I Tribunali minori e almeno metà delle Sezioni distaccate non possono essere soppressi”.
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