ATTUALITA’ – Conosciamo fin troppo bene i disagi che quotidianamente vivono i pendolari della ormai famigerata tratta ferroviaria Roma-Velletri: i guasti, i ritardi non sempre giustificati, le corse soppresse e quelle spostate ma non annunciate. Pubblichiamo una lettera di un pendolare che racconta una giornata tipo di chi è costretto a viaggiare su questa tratta, riconosciuta ormai, a livello nazionale, come una delle più disagevoli.
Egregio direttore,
chiedo spazio per una riflessione di buon senso che spero porti a riflettere un po’ tutti i cittadini e i pendolari. Lo scorso giovedì mi trovavo alla stazione ferroviaria di Velletri. Erano circa le 6.50, quando arriva l’annuncio che il treno previsto in partenza dal binario 3 alle ore 7.00 è soppresso per un guasto. Penso all’ennesima giornata di disagi per i pendolari, anche se per fortuna alle 7.26 parte un altro convoglio già pronto in stazione. Ciò non diminuisce il mio fastidio– perché arriverò a Roma mezz’ora dopo – ma prendo atto della situazione. Le ferrovie mandano subito un autobus sostitutivo che alle 7.10 parte dal piazzale antistante lo scalo, ma preferisco salire sul treno delle 7.26 per evitare traffico ed ulteriori disagi. I pendolari, giustamente, si arrabbiano, ma come spesso accade la situazione purtroppo degenera. Una signora con gli occhiali decide di dare spettacolo alimentando una deleteria e fine a se stessa guerra tra poveri. Nonostante il comprensibile disagio, come scrive un’illuminata signora sul gruppo ‘Miglioriamo Velletri’ – dove è stata fatta una segnalazione sulla stessa vicenda, la rabbia non giustifica l’ignoranza. Questa signora, infatti, attacca a spron battuto i lavoratori scagliandosi contro l’addetto alle pulizie, il capo-treno, il macchinista, come se fossero loro ad aver procurato il guasto. Si lamenta di non aver avuto informazioni nonostante i ripetuti annunci in stazione e sul treno, dove ero presente. E’ l’unica infatti a condurre questa battaglia donchisciottiana, mentre tutti gli altri a malincuore pur arrabbiandosi mantengono un comportamento civile. La donna imperterrita continua ad inveire con urla rozze ed incivili. Il massimo lo raggiunge quando rivolgendosi, davanti agli occhi miei e di altre decine di pendolari, all’addetto alla biglietteria – che per la cronaca stava telefonando ripetutamente a Roma per sapere informazioni da dare ai viaggiatori – gli urla in faccia “Tu rubi lo stipendio!”. Una prova davvero squallida, di pochezza e ignoranza, per tanti motivi che cercherò di riassumere. In primis perché non c’è bisogno di dare spettacolo in questo modo in un luogo pubblico, se tutti i cittadini reagissero così saremmo già giunti da tempo alla guerra civile visti i disagi più gravi che affliggono l’Italia. In secundis perché l’addetto alla biglietteria è dipendente di Trenitalia, e non sarebbe neanche tenuto ad informarsi sulla circolazione dei treni, gestita invece da RFI Rete Ferroviaria Italiana, altra società. In terzo luogo, perché è davvero deprimente vedere che persone come la donna illuminata con gli occhiali se la prendono con chi è a terra come loro e cerca di far fronte alle stesse problematiche senza tuttavia poter incidere. Forse la donna era convinta che gli addetti alle pulizie, l’addetto alla biglietteria e il macchinista nella notte si fossero furtivamente introdotti in stazione a provocare il guasto per fare dispetto a lei?! Al di là dell’ironia, necessaria e pirandelliana per scalfire un po’ questo triste e deprimente siparietto di vita pendolare, resta l’amarezza per aver assistito in prima persona all’ennesima prova di ignoranza dilagante dettata da un istinto incontrollabile che in un batter d’occhio ha fatto passare la donna dalla ragione al torto. Noi pendolari abbiamo quasi sempre ragione a lamentarci di quello che ci capita, tra guasti e ritardi, ma perdendo le staffe e non mantenendo un comportamento educato passiamo immediatamente al torto. Non è con la rozzezza che si ottengono i risultati, anzi. Insieme allo spaccato deprimente – fortunatamente ignorato da tutti – giovedì mattina sono rimasti solo i disagi per i viaggiatori, costretti a dover rinunciare ad un treno, in una linea dalle ataviche problematiche dovute alla scarsa manutenzione così come per tutte le ferrovie regionali. Ma la ‘guerra dei poveri’, quella, è proprio intollerabile. Basterebbe essere più civili e non prendersela con chi non c’entra nulla per vivere meglio e rinunciare a rendersi protagonisti di spettacoli tanto osceni. Magari la persona in questione in altri contesti è anche la prima a spendersi (a parole) in favore dei lavoratori … ma nei fatti?!
Concludo questa semplice riflessione da cittadino che ha assistito ad una scena non edificante facendo un appello alla maggiore solidarietà tra pendolari e lavoratori, anche perché soltanto facendo fronte comune contro chi conta veramente è possibile ottenere un miglioramento del servizio.
Lettera firmata