Velletri: finalmente rimossi i tetti in amianto in via dei Volsci

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ATTUALITA’ – Dopo oltre trent’anni dalla loro costruzione e 27 anni dalla prima ordinanza del Ministero della Salute del 26 giugno 1986, che limitava l’immissione nel mercato e l’utilizzo della crocidolite (amianto azzurro, ndr), finalmente sono stati smontati i tetti di alcuni capannoni siti in via dei Volsci. Una vergogna a cielo aperto, un pericolo per la salute dei cittadini di cui finora si era preoccupato o lo ha fatto ben poco, fino a quando i residenti della zona non hanno prodotto un esposto ufficiale alla Asl Roma H per eliminare definitivamente quelle tettoie, pericolose per la salute pubblica, come la stessa normativa contempla nei casi di costruzioni con materiale che contenga amianto. Gli operai che hanno provveduto allo smontaggio, vestiti con caschi e tute di protezione, si sono inerpicati sui capannoni per coadiuvare il lavoro della macchina con braccio meccanico che ha provveduto a staccare ed alzare i grandi pannelli di amianto destinati ad discariche poichè i materiali in amianto dopo la loro rimozione devono essere incapsulati per evitare che le fibre possano staccarsi e poi vanno confinati ovvero stoccati in discariche controllate.
 
Non sappiamo se quelle tettoie facessero parte della prima classificazione di pericolo, ovvero tossici e/o nocivi oppure della seconda che li cataloga come non del tutto pericolosi per la salute pubblica, quello che è certo è che il materiale fatto con amianto va comunque eliminato e cosa ancora più certa e grave, in quella zona si sono riscontrati sette casi di cancro, ci sembrano un pò troppi per un’area di poche centinaia di metri quadri. Vogliamo avvertire chi ha in casa tettoie di magazzini, garage o pollai costruiti con coperture in amianto di provvedere allo smaltimento per due motivi: perchè è fuorilegge e perchè sta attentando seriamente alla propria salute e a quella degli eventuali vicini. Per chi volesse saperne di più sull’amianto può leggere il testo di legge 257/92 e le motivazioni della sentenza eternit di Torino del 13 febbraio 2012.
 
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