La Regione Lazio sopprime il Servizio Geologico e Sismico Regionale. Allarme dei geologi

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ATTUALITA’ – Con determinazione dirigenziale 7973 del 3 giugno scorso, la Regione Lazio ha stabilito la  “Soppressione del Servizio Geologico e sismico regionale”, struttura chiave per la prevenzione e la riduzione dei rischi naturali. Immediata la reazione dell’Ordine dei Geologi del Lazio, che lancia un duro monito contro quella che ritengono una decisione grave e poco lungimirante: “Questo atto di riorganizzazione interna si basa sulla miope e erronea logica di limitare gli uffici strategici per la riduzione dei rischi geologici, in un territorio recentemente colpito da alluvioni e frane – esordisce il presidente dell’Ordine, Roberto Troncarelli -.

Calamità che, a ben vedere, cadono nel dimenticatoio con troppo facilità,  quando si tratta di tagliare enti e uffici, che operano per  la tutela della salute collettiva. La conoscenza delle  pericolosità geologiche – rimarca – è alla base di  qualsiasi azione di prevenzione per pianificare al meglio il territorio ai fini della salvaguardia della popolazione”.  Troncarelli quindi spiega: “Ricordo che in campagna elettorale il presidente Zingaretti aveva assicurato il proprio impegno sulla gestione del dissesto idrogeologico, che nel Lazio colpisce 372 comuni su 378. Stessa attenzione fu ribadita dall’assessore all’Ambiente, Fabio Refrigeri, al quale,  in occasione di un incontro ufficiale, chiedemmo di elevare  alla “dignità” di Area, l’Ufficio Geologico e Sismico Regionale, che appariva depotenziato di competenze e  funzioni, addirittura senza un dirigente”. A differenza di tanti altri servizi geologici regionali, tra cui  l’Emilia Romagna, dove da anni ci si preoccupa di  approfondire la conoscenza dell’assetto geologico del territorio, e si dispone di una propria carta geologica e di un inventario aggiornato delle frane presenti.

Basti pensare che quasi nessuna delle aree colpite dagli eventi calamitosi di gennaio scorso a nord di Roma era individuata a rischio, né la frana che ha colpito l’area residenziale a Riano, né le aree allagate di Prima Porta. Aree che uno studio tecnico avrebbe facilmente riconosciuto pericolose e degne di attenzione e di interventi preventivi. Invece di fare un mea culpa per i disastri che si potevano evitare, che fa la Giunta regionale? “La risposta della giunta Zingaretti si è avuta appunto con la determinazione del 3 giugno, con la quale – affonda Troncarelli – non solo non si eleva al rango di “Area” l’Ufficio Geologico, ma al contrario viene  incredibilmente soppresso.  E’ inconcepibile – continua il  presidente dell’Ordine – che una siffatta struttura  all’avanguardia, composta da un’equipe di tecnici  geologi qualificati, venga soppressa per eliminare un  dirigente di seconda fascia, mentre si continuano a  moltiplicare altre strutture per le quali non si capisce la priorità”.

La cosa che preoccupa di più, secondo Troncarelli, è che  rimanendo invariate posizioni, retribuzioni, mansioni del  personale in pianta organica, la soppressione dell’Ufficio Geologico e Sismico potrebbe essere il “chiaro segnale di  cancellare qualsiasi riferimento alla geologia, anche dalle  comunicazioni interne, nelle quali la definizione del nuovo  ufficio sarà “Bonifica e Irrigazione”. Sembra un  incontrovertibile tentativo di delegittimare la figura del geologo all’interno, e non solo, della composizione  organica della Regione Lazio”. Una realtà paradossale in un territorio a rischio idrogeologico, come il nostro:  “Mentre in Parlamento si discute di unità di missione per  le scuole e per la mitigazione del dissesto, la Regione Lazio, che pure ha pagato sulla propria pelle i danni  causati dallo stato precario del territorio, ritiene di potersi privare di una competenza così importante e  strategica per le istanze di pubblica sicurezza. Siamo alle  solite – chiosa Troncarelli -. Da una parte inutili  dichiarazioni di facciata sull’importanza della geologia, dall’altra azioni amministrative che vanno sempre e  soltanto a tagliare uffici preposti alla prevenzione e al  monitoraggio del territorio. I cittadini del Lazio devono indignarsi per una scelta così scellerata”.

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