In questo periodo dell’anno, complici l’arrivo della stagione estiva, la stanchezza derivante da un anno di lavoro o, per gli studenti, un anno di studio alle spalle, siamo tutti soggetti ad un maggiore livello di stress.
COSA SIGNIFICA STRESS
Definiamo prima di tutto cosa sia lo stress: è una sindrome di adattamento a degli stressor, ovvero a delle sollecitazioni. Può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici, oltreché cronici. Ogni stressor che perturba l’omeostasi dell’organismo richiama immediatamente delle reazioni regolative neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche.
L’adattamento è un’attività complessa che si articola nella messa in atto di azioni finalistiche destinate alla gestione o soluzione dei problemi, alla luce della risposta emotiva soggettiva suscitata da tali eventi. La capacità di indirizzare le azioni adattive implica sia la possibilità di azioni finalizzate a modificare l’ambiente in funzione delle necessità dell’individuo, sia l’eventualità di intraprendere una modificazione di caratteristiche soggettive per ottenere un migliore adattamento all’ambiente circostante.
La prevedibilità, la conoscenza e la gravità degli eventi giocano un ruolo fondamentale nella possibilità di instaurare delle strategie adattive atte a gestirli. Ad esempio, il lutto per la perdita di una persona cara è, di solito, più facilmente elaborabile quando la persona era anziana e la sua scomparsa, era stata prevista da tempo. Al contrario, l’adattamento è certamente più difficile in caso di esposizione a un evento improvviso e/o catastrofico.
Il maggiore o minore successo dei processi adattivi è dato dal bilancio tra le caratteristiche qualitative e quantitative degli eventi che li suscitano e le risorse personali della persona coinvolta. Sono, dunque, da considerarsi:
- le caratteristiche temperamentali e di personalità;
- le capacità intellettive;
- il livello culturale;
- le condizioni socio-economiche;
- la risonanza soggettiva all’evento.
Un individuo può essere capace di affrontare determinati eventi, ma non essere in grado di fronteggiare e gestire in modo adattivo con gli stessi esiti eventi differenti.
SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
Hans Selye definì come “Sindrome Generale di Adattamento” (Selye H., 1956) quella risposta che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor, quali stimoli fisici (ad es. fatica), mentali (ad es. impegno lavorativo), sociali o ambientali (ad es. obblighi o richieste dell’ambiente sociale).
L’evoluzione della sindrome avviene in tre fasi:
- allarme, l’organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento (coping) sia fisici che mentali. Alcuni esempi sono costituiti dall’aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna, tono muscolare ed arousal (attivazione psicofisiologica);
- resistenza, il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell’affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche da varie ghiandole, ad es. le ghiandole surrenali;
- esaurimento, se gli stressor continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica (Selye H., 1971)
Il corpo, solitamente, ha una sua naturale tendenza ad adattarsi ai cambiamenti. Quando tali cambiamenti non sono adattivi, si apre un varco alla possibilità di danneggiare l’equilibrio psico-fisico dell’individuo.
L’organismo reagisce allo stress aumentando la secrezione di alcuni tipi di ormoni e inibendone altri; la produzione di sostanze messaggere come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina è compromessa, mentre vi è un aumento del cortisolo. Quest’ultimo è prodotto dalle ghiandole surrenali su stimolo della ghiandola ipofisi, ed è quello che generalmente viene considerato ed identificato come “ormone dello stress”. Tali modificazioni ormonali influenzano negativamente la funzionalità del sistema immunitario, abbassando le difese immunitarie e predisponendo l’organismo ad ammalarsi.
STRESS E STILE DI VITA
È accertato da tempo che lo stress predispone l’organismo a una generica “maggiore possibilità di ammalarsi”, ed è ormai sempre più evidente che un particolare modo di vivere stressante, di percepirsi, di relazionarsi e di male organizzare il tempo, favorisce l’insorgenza di alcune patologie rispetto ad altre.
Fra i tipi di stress che logorano maggiormente c’è il senso di accelerazione dei ritmi e la percezione di non avere tempo. Lo stress è diventato un abito esistenziale, la fretta una costante, presenti entrambi per quasi tutto il tempo della giornata.
Sovente, lo stress ci fa immergere in un vortice di iperattività senza sapere bene perché si va così veloci, in altri casi si manifesta con l’incapacità di prendersi pause o di rallentare perché ci si sente subito in colpa, anche se non c’è motivo alcuno. La frustrazione per non riuscire ad afferrare il futuro è ingigantita dall’impossibilità «Non c’è tempo!» a elaborare il passato.
Le cause dell’instaurarsi di questa forma di stress sono molteplici e vanno da una marcata incapacità di organizzare il tempo, a un disturbo d’ansia, dalla paura dei momenti “vuoti” al timore del giudizio, all’insicurezza, al senso di inadeguatezza. In tutti i casi lo stress va superato perché, se perdura per lungo tempo, il corpo farà sentire il suo disagio, in particolare attraverso uno o più sintomi.
SINTOMATOLOGIA
Numerosi sono i sintomi che derivano da una condizione prolungata di stress: ansia e disturbi correlati, frequente sensazione di stanchezza generale, accelerazione del battito cardiaco, extrasistole, disturbi del sonno, dolori muscolari (in particolare collo e spalle tese), ulcera e crampi allo stomaco, colite, malfunzionamento della tiroide, difficoltà ad esprimere anche concetti che si possiedono, sensazione di noia nei confronti di ogni situazione, frequente bisogno di urinare, iperattività, confusione mentale, irritabilità, problemi relativi alla sfera sessuale.
SUGGERIMENTI PER FRONTEGGIARE LO STRESS
Prima di sottoporti a una psicoterapia, a trattamenti corporei antistress o a tecniche di rilassamento, è fondamentale rieducare lo stile di vita, primariamente attraverso una sana alimentazione e una corretta igiene del sonno, oltreché ridurre il senso di accelerazione cercando di allentare il ritmo di impegni ai quali ci si sottopone quotidianamente, altrimenti gli stessi saranno fonte di ulteriore stress.
E’, tuttavia, importante che ciò avvenga gradualmente poiché un organismo che da mesi e anni è soggetto ad uno stile di vita disordinato, non può abbandonarlo di colpo: i sintomi aumenterebbero. Si suggerisce, dunque, di inserire cambiamenti progressivi ponendo una particolare attenzione a un ascolto interno e ad un maggiore rispetto di se stessi. L’accelerazione e l’attitudine ad affrettarsi spesso nascono da un errore di organizzazione o dalla scarsa conoscenza dei propri limiti e risorse.
Qualora la persona non fosse in grado di fronteggiare autonomamente tali problematicità si può ricorrere a tecniche di rilassamento o intraprendere un percorso psicoterapeutico.
Un tipo di psicoterapia sicuramente adatta a migliorare la gestione dello stress è la psicoterapia cognitivo – comportamentale, la quale consente all’individuo di correggere i comportamenti disfunzionali. Tale approccio si focalizza inizialmente sulle difficoltà presenti, sul “qui ed ora” così da poter valutare il quadro dei comportamenti esterni o interni da modificare. Ciò implica che il percorso per giungere a una migliore gestione dello stress passa attraverso l’esame dei punti di forza e delle carenze del soggetto e un’analisi accurata degli avvenimenti che precedono e seguono il verificarsi di ogni comportamento disadattivo. All’iniziale identificazione dei pensieri ricorrenti e schemi sottostanti che mantengono il quadro sintomatologico tipico dello stress, segue l’individuazione delle spinte motivazionali e dunque delle cause che guidano l’individuo a reazioni emotive e comportamentali disordinate. La comprensione del suddetto processo permette alla persona una maggiore consapevolezza e quindi consente la possibilità di sceglierne un altro alternativo attraverso azioni nuove più connaturali all’essere umano (Tamburello A., 2008).
Altresì, le tecniche di rilassamento mirano a controllare e gestire le risposte fisiologiche legate allo stress. Imparando a controllare tali reazioni, l’individuo può sfruttarle a suo vantaggio, raggiungendo uno stato di rilassamento piuttosto che di tensione. Le tecniche di rilassamento più efficaci sono: il Training Autogeno, il Rilassamento Progressivo di Jacobson, il Biofeedback, la Mindfulness, o alcune discipline come lo Yoga.
BIBLIOGRAFIA
Pancheri Paolo, Stress, emozioni, malattia; Mondadori 1983.
Selye H., (1956) The Stress of life. McGraw-Hill (Paperback), New York.
Selye H., (1971) Hormones and Resistance. Springer-Verlag, Berlin.
Tamburello Antonino, Psicoterapia Cognitiva e Profondità Casuale; Sugarco Edizioni 2008.
La Dottoressa Nicoletta Dezi è psicologa e psicoterapeuta; laureata presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” e svolge l’attività clinica presso gli studi di Roma e Velletri. Dal 2006 svolge attività clinica di supporto psicologico a bambini e adulti, diagnosi dei disturbi dell’apprendimento nell’età evolutiva e riabilitazione cognitiva.
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